Il giorno 15 ottobre c.a. la volante contraddistinta col numero 41/bis avente a capo pattuglia il maresciallo Battaglia che trovavasi in auto con l’autista agente semplice Tasselli Gerardo mentre l’ausiliario Rino Badalà si posizionava al lato della strada statale con la paletta alzata al fine di comminare contravvenzioni fermava una autovettura di marca Polo Volkswagen di colore begiolino che procedeva con andatura definita sospetta.
All’altolà fermi o sparo pronunciato dal Badalà imbracciante la paletta rossa l’autovettura si fermava sul ciglio della strada. Affacciatosi con cautela al finestrino il milite notava una moltitudine indistinta di arti inferiori e superiori all’interno della vettura e insospettito dal caos che regnava dentro estraeva prontamente l’arma di ordinanza peraltro munita di sicura, intimando agli occupanti di scendere cautamente uno alla volta e con le mani in alto.
A questo punto la pattuglia assisteva incredula ad una scena raccapricciante in quanto dalla Polo scendeva una folla di occupanti di ogni razza, specie ed età.
Su quell’auto, stretti come sardine, erano state infatti stipate dieci persone. Il maresciallo Battaglia spinto dalla curiosità era frattanto sceso dall’autopattuglia e richiedeva i documenti al conducente, tale Radu Ciobanu trentenne di origine rumena ma residente a Capannori disoccupato e nullatenente che dichiarava la propria estraneità ai fatti in un italiano definito approssimativo.
Il Ciobanu risultava non essere in possesso di patente o di altri documenti, ma solo di una tessera nominativa del FrescoMarket di Altopascio che veniva posta sotto sequestro cautelativo. Gli altri nove passeggeri declinavano la loro nazionalità che risultava essere mista fra italiana, marocchina e albanese, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni, alcuni dei quali con precedenti penali e non. L’auto intestata a un certo conte Manfredi di Ripafratta risultava inoltre priva di assicurazione, con la revisione scaduta da quattro anni, le gomme usurate e i fanali posteriori di stop non funzionanti. Dal controllo incrociato effettuato con la centrale conseguivasi che il Ciobanu non solo non era in possesso di patente ma neppure ne aveva mai fatta richiesta e possedeva bensì precedenti penali di ubriachezza molesta e maltrattamento di animali da cortile. Difficile mettere insieme così tante infrazioni. L’ausiliario Badalà spalleggiato da tutta la pattuglia, comminava una contravvenzione record di euro 10.420 di cui 5mila solo per la guida senza patente e per la quale il Ciobanu testualmente affermava “Pazienza, tanto soldi non ci sono !”
La macchina è stata posta sotto sequestro tramite intervento di carro attrezzi e la moltitudine degli occupanti è stata rilasciata a piede libero. Il Ciobanu è stato tradotto senza manette alla centrale per la prova del palloncino e per dare una lezione alla popolazione giovanile del luogo. Il giudice preliminare deciderà con calma cosa fare.
Scritto, letto e riletto e firmato dal sottoscritto verbalizzanteAgente scelto Settimio Paccosi fu Gerolamo