Il giorno 6 novembre u.s. alle ore 16 un autoveicolo Hyundai modello Atos di colore rosso con targa AB 789 CD irrompeva nell’area di servizio del distributore della nota marca petrolifera cu-eit sito in località Titignano al chilometro 27 della FI-PI-LI direzione LI, dove LI sta per Livorno, con andamento oscillatorio sussultorio del tipo zigzagante. L’autovettura viaggiava a velocità sostenuta e ondivaga fuori controllo motivo per cui urtava una fila di cartelloni espositivi recanti i prezzi dei carburanti e quattro secchi di plastica ad uso clientela per lavaggio andando poi a fermare la sua corsa contro la pompa del gasolio contrassegnata dal numero 2.
Assistendo alla scena al sicuro dal suo gabbiotto il gestore dell’autopompe chiamava il pronto intervento e questo allertava la pattuglia volante di servizio che nella fattispecie risultava essere quella costituita da:
autista alla guida agente semplice Gerardo Tasselli, sedente davanti al comando maresciallo Battaglia al di cui didietro si posizionava l’ausiliario Rino Badalà.
La pattuglia era in corso di pedinamento a bassa velocità di una autovettura recante alcune donne di genere femminile in abiti succinti per constatare dove fossero dirette quando allertata dell’urgenza dal piantone di servizio decideva con riluttanza di dirottare verso l’autopompa di Titignano di cui sopra, ove pergiungeva alcuni minuti più tardi a forte velocità e sirene spiegate.
Qui giunta la pattuglia si avvicinava a piedi in ordine sparso alla autovettura e quivi rinveniva seduta sul sedile in posizione definita semisdraiata una donna di colore bianco che brandiva amichevolmente una bottiglia di limoncello da litri due marca “Sorrento” già in parte consumata dalla quale attingeva ripetuti sorsi di liquido giallo.
Insospettito dalla ilarità della donna il maresciallo Battaglia le intimava di scendere dalla autovettura e di consegnare la bottiglia e comandava all’ausiliario Badalà di effettuare la prova del palloncino alla suddetta.
La donna spalancava di colpo lo sportello urtando con violenza la parte anteriore pelvica dell’ausiliario Badalà che si stava avvicinando e sbattendolo a terra dolorante indi poi scendeva recalcitrantemente dall’auto ed estraeva con difficoltà i documenti dalla borsetta dai quali dimostravasi essere tale Manrica Favero di anni 50 separata, di professione portalettere residente a San Giuliano Terme.
Approntandosi quindi alla redazione del verbale a suo carico per danneggiamento di proprietà privata petrolifera e mettendola repentinamente di fronte alle sue responsabilità civili e penali la Favero assumeva un atteggiamento definito languido e pregava i verbalizzanti di soprassedere tramite ammiccamenti, al diniego opposto dal maresciallo Battaglia la suddetta Favero decideva improvvisamente di slacciare la camicetta di colore verde chiaro e gettarla a terra rimanendo in reggipetto a coppa traforato color nero posizionando ambedue le mani sotto al seno medesimo in una offerta erotica nei confronti dei militi strizzando a più riprese l’occhio sinistro in atteggiamento provocatorio.
Nonostante la titubanza mostrata dall’ausiliario Badalà, la reazione del maresciallo Battaglia era ferma e tesa a scoraggiare ogni avance sessuale della Favero.
A questo punto la medesima, visti vanificati i suoi tentativi corruttivi, si alterava vieppiù e si gettava impetuosamente contro tale Demetrio Gaggini, di professione paramedico che si trovava sul luogo in quanto curioso.
Scaturiva quindi una focosa colluttazione nel corso della quale la Favero mordeva ripetutamente il paramedico a numerosi arti superiori e inferiori procurandogli lesioni multiple.
Il maresciallo Badalà si trovava quindi costretto a comminare alla Favero una serie di scariche elettriche tramite dissuasore modello X26 in dotazione alla pattuglia atte a stordirla procurandogli ustioni e abrasioni varie.
Ridotta all’impotenza l’indemoniata veniva ammanettata e tradotta nella camera di sicurezza della caserma in attesa del procedimento per direttissima per guida in stato di ebbrezza alcolica, lesioni multiple volontarie a paramedico e resistenza a pubblico ufficiale. La maggior parte dei convenuti si sono costituiti parte civile.
Scritto, letto e riletto e firmato dal sottoscritto verbalizzante
Agente scelto Settimio Paccosi fu Gerolamo