Addì 24 settembre dell’anno corrente alla mia presenza si verbalizza la deposizione del maresciallo Battaglia per un intervento effettuato nella serata di ieri 23 settembre tramite la pattuglia di servizio di cui egli maresciallo deteneva il comando essendo il più alto in grado gerarchico.
La pattuglia risultava così composta: autista alla guida della vettura agente semplice Gerardo Tasselli, sedente davanti maresciallo Battaglia al cui didietro stava l’ausiliario Rino Badalà.
La pattuglia si trovava in zona Capalbio per monitorare presunta attività criminosa di personaggi non ancora identificati in travestimento femminile che frequentano da alcuni mesi tale strade e a causa dei quali si sono avute numerose lamentele dai residenti rispettabili.
Si verbalizza come di seguito:
“Erano le ore 19 circa quando mentre stavamo percorrendo la strada poderale della Crocetta in direzione Aurelia notavamo un’autovettura di colore marrone poggiata sul lato della strada in posizione nella quale poteva creare turbativa al traffico, peraltro assente. Decidevo quindi di comandare l’ausiliario Badalà affinché accertasse se detta auto si trovasse in stato di guasto o semplicemente parcheggiata.
Poiché l’auto risultava aperta nello sportello anteriore lato guida l’ausiliario Badalà decideva autonomamente di azionare la suoneria del volante ed emettere un suono di richiamo. A tale circostanza si notava un movimento sospetto nel canneto adiacente la strada poderale, in particolare notavasi una testa con riccioli spuntare tra le canne con aria interrogativa. A questo punto decidevo seppure a malincuore di uscire dall’abitacolo della vettura di servizio e avvicinarmi cautamente alla figura sospetta.
Fatti alcuni passi nel canneto e dopo aver immerso i piedi in una pozzanghera di mota di notevoli dimensioni ivi presente, mi sono avvicinato a distanza di sicurezza dalla testa ed ho acclarato trattavasi di uomo maschio di età adulta in posizione fetale. Ho intimato l’alt seppure egli fosse già fermo e ne ho chiesto le generalità e cosa stesse facendo accucciato a terra. A domanda l’uomo rispondeva con le testuali parole “Non lo vede ? sto cacando !” senza peraltro declinare le generalità.
A questo punto insospettito dal tono evasivo della risposta ho comandato l’ausiliario Badalà affinché si avvicinasse ulteriormente all’individuo ed effettuasse un accertamento sul medesimo. Seppure recalcitrante l’ausiliario si avvicinava a tal punto da afferrare per un braccio l’individuo e sollevarlo quel tanto sufficiente per accorgersi senza ombra di dubbio che l’uomo seppur avesse i calzoni abbassati alle caviglie conservava le mutande nella loro posizione naturale e soprattutto che non vi erano tracce di defecazione recente.
Insospettito da tutto ciò facevo condurre all’auto di servizio l’uomo ancora con i calzoni abbassati per sottoporlo a stringente interrogatorio.
Da questo desumevasi che trattavasi di tale Erminio Gualandi di anni 68, di origini abruzzesi ma residente da anni nelle campagne capalbiesi, con precedenti penali per reati contro il patrimonio.
A questo punto l’ausiliario Badalà suggeriva una perlustrazione del territorio circostante ed io decidevo di effettuare la perlustrazione stessa.
Dopo circa un’ora di ricerche infruttuose l’ausiliario Badalà richiamava la mia attenzione in una zona poco distante dalla strada. Incatenato saldamente il Gualandi in manette allo sportello della sua auto ci recavamo quindi in forze dove richiamati dal collega e qui con somma sorpresa reperivamo una refurtiva composta da:
- una batteria da trattore da 100 Ah
- una torcia a batteria
- una vanga con manico in legno
- quattro confezioni di Kinder Bueno
- una bottiglia di birra Ichnusa ancora chiusa
A questo punto risultava evidente che l’uomo accucciato a terra anziché espletare le proprie funzioni corporali stesse semplicemente nascondendosi al nostro sguardo per proteggere la refurtiva e financo lui medesimo.
A precisa domanda in tal senso il Gualandi rispondeva celandosi dietro mutismo e quindi ci trovavamo autorizzati a condurlo al comando centrale per gli accertamenti del caso e l’incriminazione. Qui giunti il Gualandi, cedendo allo stringente interrogatorio condotto dal sottoscritto, confessava di aver rubato la batteria e gli altri oggetti da un mezzo agricolo parcheggiato in un campo poco distante dal luogo del ritrovamento.
Una volta risaliti al proprietario, un agricoltore residente a Capalbio Scalo e terminati gli accertamenti, è stata restituita la refurtiva al legittimo proprietario, che dimostrava molta contentezza perché altrimenti non avrebbe potuto lavorare l’indomani.
Per il ladro è scattata la denuncia per furto aggravato.”
Scritto, letto e riletto e firmato dal sottoscritto e dal Maresciallo Battaglia
Agente scelto Settimio Paccosi fu Gerolamo