Tre umarell… – 2° La rimpatriata

Abusato termine per indicare un incontro fra vecchi amici, utilizzato nei tempi moderni tramite Facebook e internet per riunioni di vecchi compagni delle elementari, del collegio dei Salesiani o del servizio di leva. E’ generalmente causa di sgradite sorprese  quando ci si accorge che qualcuno è morto, la ragazza che ci faceva perdere la testa è diventata un’anziana triste e grinzosa, lo snello è diventato grasso e il bullo un vecchio fanfarone malinconico e soprattutto tutti sono invecchiati tremendamente e se lo sono gli altri ……lo siamo  anche noi! Una occasione nella quale si tocca con mano il declino proprio e altrui, e quando si rientra  a casa si dice: non lo rifarò mai più.

Il ciclista provetto, che fra le altre molteplici attività era anche un convinto gommonauta e che aveva venduto automobili a tutta la città meno che agli amici, non era di questo parere ed ebbe un giorno la sconsiderata idea di organizzare una di queste rimpatriate. Contattò così i vecchi compagni di gioventù con la decenza di farlo a voce e non  utilizzare Facebook o il computer, anche perché con questi strumenti, non appartenendo alla categoria dei veicoli, non aveva gran dimestichezza.

Ai più parve  una forzatura, una rottura di maroni, un patetico tentativo di tornare indietro, ma lui insisté cocciutamente, l’ostinazione era uno dei suoi pregevoli difetti, finché tutti accettarono di rivedersi attorno a un tavolo di trattoria nel Mugello.

Si chiamava Antica Osteria di Montecarelli.

L’incontro fu cordiale “ma come stai ? ma la famiglia com’è ? e i figli che fanno ? e la pensione ? e la salute ? e via e via con l’ova …” , e intanto  addentavano crostini neri e tagliatelle al sugo, bevevano bicchieri di vino rosso e assaggiavano carne arrosto sotto al pergolato dell’osteria. Ma non erano venuti fin qui per ragionare delle mogli e dei figli, erano qui per loro stessi.

Un poco di imbarazzo all’inizio, poi, con prudenza, le reticenze lentamente si scioglievano, le perplessità venivano superate e ci si lasciò andare passando olre il riserbo. Certo, erano tutti invecchiati, ma conservavano ancora la scintilla che li aveva accomunati  tanti anni prima. Assaporarono il piacere di riconoscere i vecchi tic e le vecchie ossessioni e la voglia di sorridere immutata. e per tutti fu come ritrovare un  po’ di se stessi, vecchi compagni cresciuti col mito di Berlinguer che non rimuovono il passato, anche quello sbagliato.

Fu una giornata inaspettatamente piacevole al punto che da allora divenne una consuetudine ritrovarsi una volta l’anno, poi due volte l’anno e infine ogni volta che qualcuno ne avesse avuto voglia.

Questa fu la genesi, e in questo caso la rimpatriata riuscì alla grande e il ciclista provetto da allora in poi poté raccontare orgogliosamente questa cosa alla nipote:

“Lo sapevi che il nonno una volta chiamò a raccolta i vecchi amici di gioventù e si fece una gran festa ? te lo avevo mai raccontato ?”

“E basta nonno !  me l’avrai  detto cento volte ! prendi le pasticche piuttosto sennò rimbambisci del tutto. su, apri la bocca !”

continua……

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