Le mirabolanti indagini del maresciallo Battaglia

Sarzana
Alle ore 02,00 del mattino del giorno 5 maggio c.a. si presentava presso questo comando la signorina Verusca-con-la-kappa Tognozzi la quale si manifestava in abiti succinti composti da: una mutanda a filo deretano di colore indefinibile in quanto confondevasi con l’epidermide sottostante, un paio di calze a rete lungamente smagliate sulla coscia sinistra, una scarpa con tacco alto molto più del necessario, una maglietta della squadra calcistica professionistica Sampdoria recante il numero 10 e la scritta Cassano sul retro. La signorina si presentava ansimante nella parte interiore del torace e scarmigliata nella parte superiore del cranio e con una vistosa fasciatura al polso destro.
La suddetta signorina Verusca-con-la-kappa riferiva che nel corso della notte medesima si trovava sul tetto del villino Milly sito in località Al Poggio della ridente cittadina di Sarzana quando a causa di uno spavento scivolava lungo gli scoscesi embrici di tipo portoghese in laterizio di colore rossastro piombando rovinosamente sul terrazzo sottostante il tetto suddetto e fratturandosi, secondo sua personale diagnosi, il polso destro.
Da quanto asserisce la sopracitata lo spavento le veniva procurato dall’inaspettato intervento delle forze dell’ordine che stavano sopraggiungendo a sirene spiegate e con i riflettori a led azzurro di recente dotazione della potenza non trascurabile di 3.000 vatt che la illuminavano accecandole la vista degli occhi mentre si trovava appunto sul tetto sopra menzionato.
A tale scopo questo verbalizzante ritiene utile precisare che tale intervento delle forze dell’ordine comandato dal maresciallo Battaglia era stato reso necessario dalla chiamata telefonica della signora Milly Pappalardo di professione infermiera presso il nosocomio “Speriamobene” del capoluogo e residente nel suddetto villino Milly che appunto da lei aveva assunto il nome considerata anche la circostanza che come ella sostiene lo aveva pagato tutto di tasca sua senza che il marito ci mettesse una lira.
A precisa domanda indagatoria del maresciallo la signora Milly Pappalardo dichiarava che avendo ella terminato il turno di sorveglianza notturno degli ammalati in anticipo rispetto all’orario consueto che prevedeva le ore otto del mattino, si era recata alla propria abitazione tutta contenta di poter occupare come da testuali parole “finalmente, una volta tanto” il letto matrimoniale insieme al suo legittimo consorte nonché convivente S.T. di anni 54 che nel letto doveva già trovarsi dalle ore 23 della sera precedente. Quando, dopo aver parcheggiato l’autovettura, una Ford Fiesta color fegato con targa AZ 222 PT regolarmente revisionata e in regola col bollo, scorgeva una figura di tipo femminile che con movimento furtivo e sospetto fuoriusciva dalla porta finestra sita in camera da letto e si arrampicava sul canale di gronda in rame rifatto l’anno precedente fino a salire sul tetto del villino.
Scambiando tale figura misteriosa per un malvivente di sesso femminile telefonava prontamente a questo comando richiedendo l’intervento della pattuglia di servizio.
Datosi che la pattuglia di servizio sopra citata comandata dal maresciallo Battaglia si trovava in perlustrazione nelle strade adiacenti dove agiscono da tempo note avvenenti prostitute libanesi, occorsero pochi minuti perché l’auto si presentasse appunto a sirene spiegate e con i fari a led accesi al villino.
Fu allora che ebbe luogo l’incidente.
La signorina Verusca-con-la-kappa Tognozzi dopo essere caduta sul terrazzo della camera da letto del villino Milly veniva prontamente soccorsa dal signor S.T., marito della chiamante intervento signora Milly, il quale facendo capolino dalla camera  le rivolgeva a gran voce e con tono preoccupato le testuali parole dal consesso udibili “Ti sei fatta male tesoro ?”
A questo punto la signora Milly Pappalardo veniva colta in ordine cronologico:
1. da uno svenimento di breve durata con caduta senza conseguenze grazie al pronto intervento del maresciallo Battaglia che la prendeva al volo mentre cadeva
2. da un subitaneo risveglio con espressione interrogativa nei confronti della pattuglia
3. da una improvvisa crisi di nervi che la portava ad urlare offese verso il marito S.T. e la signorina Verusca-con-la-kappa alla quale si rivolgeva con l’appellativo “maledetta sgualdrina”
4. da una reazione impulsiva che la portava a liberarsi con una certa fatica dalle braccia del maresciallo Battaglia che continuava a stringerla cercando di calmarla con le parole “non si preoccupi ci sono qua io”
5. da un imprevedibile raptus energetico che la portava a correre in casa, vanamente inseguita dal maresciallo e giunta alla camera da letto di cui sopra colpire ripetutamente nella parte superiore del corpo il signor S.T. con lo sgabello poggiapiedi in stile francese che trovavasi nelle vicinanze del letto
Poiché la situazione stava precipitando la pattuglia ritenne opportuno bloccare i contendenti e per la sua propria incolumità apporre le manette ai polsi al signor S.T. che peraltro presentava una espressione di stupore e nel contempo tranquillizzare la signora Milly Pappalardo che stava continuando a percuotere il marito ammanettato, tramite una tazza di cioccolata calda subitamente preparata dal maresciallo Battaglia stesso con l’aggiunta di quattro bustine di zucchero di canna.
Nel contempo la signorina Verusca-con-la-kappa che si trovava dentro gli abiti ristretti citati in questo verbale e si lamentava del dolore veniva premurosamente accompagnata nell’ infermeria di questo comando in quanto non si ritenne opportuno condurla al nosocomio “Speriamobene” per non agitare le acque già burrascose.
Alla signorina Verusca-con-la-kappa venivano applicati nella infermeria di questo comando cinque punti di sutura sul polso destro nonostante ella fosse convinta che una frattura non si cura con i punti di sutura e protestasse alquanto e le venivano pertanto somministrate a scopo curativo 50 gocce di Valium.
La signorina Verusca-con-la-kappa resa molto più tranquilla dal Valium e dalla ottima fasciatura decideva quindi di sporgere denuncia contro ignoti per i danni subiti non intendendo gravare con accuse pesanti e circostanziate i convenuti all’incidente e non rinunciando tuttavia ai propri diritti di risarcimento assicurativi nei confronti della compagnia La Fondiaria dove vige una polizza infortuni a suo favore.
E qui siamo.
Questo comando eseguirà dunque le opportune indagini per appurare il reale svolgimento degli eventi onde assicurare i colpevoli alla giustizia.

Scritto, letto e riletto e firmato dal sottoscritto
Agente scelto Settimio Paccosi fu Gerolamo

E’ una storia vera, non ci credete ? aprite il link qui sotto

https://www.lanazione.it/sarzana/cronaca/amante-tetto-1.4224547

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