Ekò dancing | |
Via Vecchia Pesciatina, 155 – Lunata (Lucca) | tel. 0583 935412 |
Quando si balla | |
venerdì sera | revival e moderno con orchestra |
sabato sera | revival e moderno con orchestra |
domenica pomeriggio | revival e moderno con orchestra |
domenica sera | revival e moderno con orchestra |
Prezzo | |
da 10 euro a 15 euro | |
Pista da ballo | |
Circolare, 52 passi di circonferenza | |
Parcheggio | |
Grande, a pagamento, davanti al locale | |
Dove si mangia | |
Non previsto, arrivare già “mangiati” |
Dai e dai una sera di primavera qualcuno dei nostri propone di lasciar perdere con le balere di sempre e di provare l’Ekò.
Mi chiedo: sapevano cosa è o non lo sapevano ?
Forse c’erano passati qualche anno prima, forse volevano andare alla scoperta o forse erano semplicemente annoiati dai soliti tradizionali compagni di serata.
Fatto sta che tutta la combriccola si è mossa compatta e fiduciosa un sabato sera, in direzione di Lunata.
Eccoci dunque all’Ekò che si presenta in tutta la sua fierezza con un grande parcheggio e un’insegna verde altissima attorniata da bianche bandiere che garriscono al vento della notte su alti pennoni argentei davanti a una fontana sparluccicante zampilli. Ostrega !
L’ingresso è bello, rifinito, lucido e colorato, ampio guardaroba, cassiera arcigna che non fa sconti comitiva e distinto signore che controlla i biglietti.
Decisamente abbiamo capito che non siamo nella solita balera.
Poi dentro: una grande struttura circolare, un anfiteatro gradiente pieno di luci e colori, poltrone e divani multicolori ovunque a creare nicchie confidenziali, un grande bar sulla destra, un’altra saletta separata molto tranquilla e un locale karaoke con buon impianto audio e un altro bar, c’è anche la tivu per chi non può proprio farne a meno.
Ai lati salgono due scale elicoidali con corrimano variopinti che portano ad una bella balconata con altre poltrone e altro bar e una gradevole vista panoramica sulla pista da ballo circolare e sulla orchestra.
Il soffitto da dove pendono stelle filanti farfalle e fiori stilizzati, ricorda il tendone del circo, rotondo a cerchi concentrici giallo, rosso, arancio e verde, negli interstizi fari e faretti luci colorate e proiettori che tranciano la sala senza pietà.
Il progettista ha mischiato ispirazioni da circo e da juke box, un accampamento nel deserto e una foresta tropicale, chissà perché mi vengono in mente stromi di pappagalli brasiliani. Un piacere guardare l’insieme e il particolare!
Il dancing nasce nel 1970 per volere di un signorotto della zona, per i disegni e per la realizzazione vengono chiamati i più grandi ingegneri e architetti toscani di quel tempo. La particolarità della costruzione è la cupola composta da piccoli mattoncini rettangolari uno incastrato all’altro, completamente autoreggente e totalmente antisismica.
Da sempre il locale è stato adibito al ballo, nei primi dieci anni di vita ha ospitato le più grandi celebrità di quegli anni: Mina, Patty Pravo, Gino Paoli, Dik Dik, Camaleonti e tanti altri, il locale allora si chiamava “Golden Boy”.
Successivamente vi fu un cambio di gestione e il nome del locale fu cambiato in “Ekò” e divenne una discoteca.
Nel 1983 infine è subentrata l’attuale gestione che ha rintrodotto il ballo liscio e revival con la musica dal vivo delle orchestre, ha dato al locale un aspetto più accattivante e ha introdotto il Karaoke e l’animazione latino americana con i maestri brasiliani.
A sedere si può comunicare e ci si può appartare in angoletti riservati e discreti. L’impianto luci è possente e senza risparmio i camerieri inappuntabili, la direttrice di sala gentile e disponibile.
Insomma l’impatto è dei migliori, non ci resta che buttarci in pista che è in marmo bianco lucido di Carrara ben levigato e scorrevole, circolare con una circonferenza di cinquantadue passi. Non è grandissima e ha un diametro che non sono riuscito a misurare per la calca, non me la sono sentita di fare una passeggiata attraverso la pista fendendo coppie strette in effusioni amorose, il palco dell’orchestra è spazioso e profondo su due livelli
Il locale è corredato anche di un giardino estivo, che al momento viene utilizzato solo come giardino per conversazione con musica soft.
Cosa c’è che non va ? Niente, solo che non è il mio posto, non è quello che mi si confà, non mi calza.
Non è il solito ambiente delle balere tradizionali, delle case del popolo o delle sagre estive per intenderci. Non c’è tanta passione per il ballo liscio, non c’è spazio, né clientela adatta, almeno quella sera lì.
Non si gira, c’è pieno e ci si pesta, coppie stazionano al centro delle sala a darsi confidenze e fare approcci dondolandosi sui fianchi e otturando il passaggio, e non c’è neppure verso di seguire una linea sul bordo pista sempre aggredito da pappagalli intenti a lumare le pupe.
Clientela eterogenea con la voglia di mettersi in mostra: mezza età diciamo dai trentacinque ai sessanta, scapoli, zitelle, separati e divorziate, concubine e nottambuli, playboy dismessi e scarti di vetrina, nani e ballerine, ma anche coppie regolari in cerca di musica.
Di tutto un po’, un circo Barnum dove magari acchiappare l’avventura di una notte.
Sarebbe la struttura ideale per un night club magari con ristorante raffinato e tavoli apparecchiati a bordo pista, un gruppo jazz che suona classici americani mentre in pista volteggiano languide coppie in una atmosfera ovattata da anni cinquanta, camerieri in smoking e aria rarefatta. Sarebbe magnifico.
Lo spettacolo di questa sera è invece diviso tra una sequenza interminabile di foxtrot, pausa latina con balli di gruppo guidati dalla solita coppia energetica di questi casi, disco music con aspiranti cubisti di ogni genere e di nuovo sequenza di foxtrot e così via a ripetere, senza interruzioni.
Ottima orchestra specie sul revival, ottimi pezzi classici, impianto audio come si deve ed aria rinfrescata da un impianto di condizionamento da palazzetto, casino totale in pista.
Giudizio
Definire l’Ekò una balera non rende giustizia alla categoria dei dancing né a quella delle balere popolari. Il mondo della musica notturna non è fatto di solo liscio e questo locale compete a buon diritto con il Don Carlos di Chiesina Uzzanese non con le case del popolo e non voglio mischiare le cose.
Sono in imbarazzo nell’attribuire un giudizio: per la struttura sarebbe il punteggio massimo, per la possibilità di ballare il liscio tradizionale il minimo e non lo merita. Segnalo il locale a qualcuno che anziché di patriebalere voglia occuparsi di patriidancing e anziché la possibilità di ballare come si deve cerchi compagnia per una sera.
Due ballerini
Buon divertimento.