Buongiorno, sono l’architetto e maestro di ballo Isidoro Polvani ideatore del “Metodo di ballo semplificato fai-da-te del maestro e architetto Isidoro Polvani, del Foro di Bagno a Ripoli”.
In questa bella mattina di sole voglio esporvi le regole che faranno di voi, amabili ed annoiate dame, delle vere e proprie ballerine etniche spendibili su tutto il territorio nazionale: il ballo sardo.
Ci sono una infinità di tipi di ballo sardo: Su Ballu Tundu, A Passu, Su Ballu Seriu, Su Ballu Antigu, Su Dillu, Su Ballu Corridore, Su Passu Torrau, Su ballittu de Tiligheddu Pintu e tutto quello che comincia per Su e poi qualche altra cosa.
Praticamente ogni paese ne ha uno specifico, che dico, ogni rione di paese, a volte anche la singola strada e il singolo condominio ne ha uno caratteristico tramandato negli anni, ben prima che fosse edificato il palazzo perché magari trae le proprie origini da un certo appezzamento di terreno, detto podere. La società di studi di etnocoreologia sarda associata ne ha tentato una classificazione arrivando al numero di due milioni e trecentocinquantamila, praticamente uno e mezzo per ogni abitante dell’isola.
Non sapendo cosa scegliere fra tanta abbondanza di proposte applicheremo il collaudato metodo semplificato fai-da-te e ce ne faremo uno tutto nostro appioppandogli una tradizione, che so, di cento o duecento anni per renderlo interessante e farlo rientrare nelle sovvenzioni regionali a fondo perduto.
Suggerirei di chiamarlo Su Appartamentu Vista Flumen, in sardo fiume si dice flumen.
In questo caso il luogo naturale di esecuzione del ballo sarà il tinello con angolo cottura della mansarda di una palazzina abusiva edificata negli sessanta con una vista mozzafiato sul fiume, che dovrebbe corrispondere più o meno a casa vostra.
Ho detto tinello e mansarda perché per questo genere di ballo non sono richieste grosse superfici, risulta quindi adatto anche alle signore meno fortunate che risiedono in appartamenti dai cinquanta metri quadri in giù, praticamente dei buchi.
Questo ballo sardo, che non nasce propriamente in Sardegna ma dove capita, si dovrebbe fare in un numero di persone variabile a seconda di quanti riuscirete a trovarne, si va da un minimo di uno, è un po’ squallido a dire il vero, ad un massimo di quanti ne entrano nel vostro tinello, diciamo trenta, trentacinque pigiati.
I partecipanti non devono superare il metro e settanta di altezza, così sfrutteremo anche la parte più bassa della mansarda, e indossare stivaletti di capretto e pantaloni di velluto, sopratutto d’agosto.
L’arredamento del tinello dovrebbe essere rivisto con l’applicazione di ritagli di sughero alle pareti e piante di agave alternate a composizioni di rosmarino e mirto tali da ricreare la macchia mediterranea. Lasciate solo i mobili essenziali: un tavolo e le sedie nell’eventualità che qualche volta dobbiate pranzare sedute con vostro marito, ma sceglieteli di dimensioni contenute e possibilmente pieghevoli.
Eliminate poi il televisore e sopratutto il computer del consorte che non si addice alle atmosfere selvagge, togliete di mezzo infine tutti i cavi elettrici che vedete in giro e le sue scartoffie, appunti e libri. Invece se possiede canne da pesca potete portarle su dal garage, toglierle dalla custodia e disporle lungo le pareti in modo casuale magari scrostandole col temperino e arruffando un po’ le lenze per dare un tocco di vissuto al tutto. Aprite infine la finestra che dà sul fiume per far entrare aria fresca e ponete sul davanzale una forma di pecorino stagionato.
L’ambiente è ora pronto.
E ora i passi del nostro ballo sardo.
Ci si dispone in cerchio con i ballerini che si tengono per mano alternati uomo, donna e si muovono con andamento circolare sempre verso sinistra. Il cerchio può essere chiuso dalla catena dei ballerini, aperto, frammentato per gruppi o coppie, dipende da quanti siete e cosa vi viene in mente.
Al centro dovrebbero stare i suonatori e almeno due tenores, se non li abbiamo utilizzeremo un riproduttore audio munito di cori tipici sardi; il riproduttore audio va poggiato su un tronchetto di quercia sughera di un metro e mezzo circa che avrete recuperato nel bosco e fatto segare a misura, intorno al tronchetto legherete una pezzola rossa e bianca.
Ricordate, mie adorate signore, che le regole di postura e atteggiamento da utilizzare nel ballo sardo sono serietà, ordine e rispetto, in quanto il ballo svolge anche una funzione terapeutica e catartica, quindi non vi circondate di amiche garrule o compagni chiassosi perché non sta bene.
La postura prevede il corpo eretto con scarsa mobilità della parte superiore ed estrema vivacità degli arti inferiori, accompagnati da tremolii del corpo e delle braccia, più la musica incede e si infiamma più dovrete muovere velocemente i piedi sempre con aria severa, come degli ossessi in un rito di purificazione.
Per un buon risultato coreografico ed un sano dimagrimento il ballo sardo andrebbe ballato per almeno quattro ore continuate fino allo sfinimento, quando il vostro amato consorte tornerà dal lavoro, a sua volta stanco morto, troverà la casa affollata dal corpo di ballo ancora più stanco e più serio di lui, tutti svaccati qua e là per terra o sul vostro lettone, non sarebbe allora male chiedergli dolcemente di tornare fuori a comperare le pizze per tutti visto che sarete affamati e la forma di pecorino non va assolutamente toccata perché funge da soprammobile.
E ora, buon divertimento dal sempre vostro Arch. Maestro Isidoro Polvani