C’è una anomalia ?

negli ultimi giorni si è registrato un incremento di visite e sopratutto di nuovi visitatori sul blog difforme all’andamento consueto.
Mi spiego: questo è un blog  di nicchia, l’argomento riguarda migliaia di persone amanti del ballo e delle balere, purtroppo però il blog non è conosciuto, quindi, di regola, un nuovo visitatore vi accede grazie a un passaparola di amici o su mio suggerimento diretto o attraverso i rari biglietti da visita che ogni tanto dissemino sulle piste da ballo oppure per sbaglio, cercando atre cose.

I nuovi visitatori sono dunque abbastanza rari, una trentina al mese per dire una cifra, e sono già soddisfatto. Ebbene dal primo di gennaio, in soli otto giorni, i nuovi visitatori sono stati 130, un numero decisamente anomalo per me.

Tutto questo panegirico per esternarvi alcune considerazioni in merito:
Sono contento
Grazie a quelli che sono passati di qui di proposito e magari si sono soffermati un po’ di più
Grazie a Radio Danza se è tramite il suo ascolto che siete arrivati qui
Grazie a coloro che passo dopo passo si appassionano al mondo del ballo e magari si fanno un”giretto” in rete

Se poi è tutta un’illusione  e  siete finiti qui per sbaglio mentre cercavate  qualche sito porno… non saprei ….. pornobalere …. Patrieporn, avanzi di pornerie o la congrega delle pornobecche …… Ben vi sta ! ….sudicioni!

Che una nuova avventura abbia inizio !

Che una nuova avventura abbia inizio
Da lunedì 9 dicembre torna su Radio Danza  Gianfranco Lotti con i suoi “Avanzi di balera”, la trasmissione-contenitore di storie di balere e di ballerini squinternati che da due anni va in onda sulla mitica Radio on line.
Dopo Una stagione al Maciucambo, storia edita da Del Buccchia, la posta del cuore e la Congrega delle Battibecche stavolta ci occuperemo ancora di ballo sotto forma di “lectures”.
Cosa sono le lectures ?
sono lezioni di livello superiore, conferenze, che noti maestri di ballo o altro genere di professionisti son9o soliti tenere durante i corsi di formazione, gli stages, ai ballerini competitori e non.
Si svolgono prendendo un singolo aspetto riferito alla danza, sia esso tecnico che comportamentale, e sviscerandolo. E’ un punto molto importante della formazione del ballerino e solamente maestri altamente qualificati vengono chiamati a tenere le lectures.
Nel nostro caso le lectures saranno  tenute dalle  amiche Battibecche……. perciò saranno sicuramente  meno proifessionali e più allegre.
Vi aspetto su Radio Danza da lunedì 9 dicembre alle 20.30.

………… e non finisce qui !

Radionotes from NYC: The Bus Blues – il blues del bus

La  MTA Metropolitan Transportation Authority è la società che gestisce le linee della subway e dei bus della citta di New York. E’ la più grande azienda di trasporto del Nord America, serve una popolazione di  14.9 milioni di abitanti su un ‘area di   5.000 miglia quadrate dalla città di  New York attraverso Long Island, fino ai confini dello stato ed al Connecticut.
I bravi turisti usano il bus in alternativa o in combinazione con la metropolitana.
L’esperienza dei bus è traumatica, qualcosa che trascende le nostre abitudini levantine. Oh Yes

Prima cosa: gli autisti sono di una gentilezza estrema !

Seconda cosa: gli utenti sono generalmente di una gentilezza estrema. I più giovani cedono il posto ai più vecchi, gli uomini alle donne, le donne più giovani alle più anziane, le più anziane a quelle incinta, tutti ai bambini, comunque si cede il posto a chi è messo peggio fisicamente, a prescindere. Mi sono trovato un paio di volte a fare la parte del più giovane o del più sano con persone sicuramente più giovani o più sane di me, eccitante e gratificante.
Si innesca un processo emulativo virtuoso per cui si finisce col fare a gara a chi è più gentile: e tutto un alzarsi per cedere il posto, vince chi resta in piedi vuol dire che  è più atletico e cortese, e please di qui, e  please di là, e thanks di sopra e thank you di sotto,  da noi vince chi occupa la sedia …. perché è più furbo.

Terza cosa: i portatori di handicap hanno sistemi, tempi e postazioni per salire e scendere con tutta calma e tutto il rispetto dovuto

Quarta cosa: nessuno protesta se la terza cosa rallenta la corsa

Quinta cosa: il bus spesso si ferma e vi salire anche se non siete propriamente al punto esatto della fermata o se lo state disperatamente rincorrendo , in particolare la sera carica anche lungo la strada

Sesta cosa: i mezzi sono numerosi, puliti e puntuali malgrado il traffico

Settima cosa: pagano tutti !
Ho lasciato per ultimo questo dettaglio perché è il più stupefacente.
Considerato che in una qualunque delle nostre città  la stragrande maggioranza dei passeggeri sale sul bus e non timbra il biglietto, qualcuno avrà pure un abbonamento ma la maggior parte fa il furbo, ci si immagina che  in una città grande come New York il fatto sia moltiplicato alla ennesima potenza e chiunque  si ritenga autorizzato a fare ciò che gli pare, una specie di far west del bus. Non è così.
Il funzionamento è arcinoto e semplice: si entra solo dalla portiera anteriore, a fianco del guidatore, qui sta la macchinetta obliteratrice come si chiama che accetta unicamente la metrocard o gli spiccioli esatti, l’autista chiude le portiera e parte solo quando tutti, ma proprio tutti hanno pagato, altrimenti semplicemente non si muove. Facile, no ?
Il bello è che nessuno degli altri passeggeri strepita se l’operazione è lunga, il bello è che nessuno degli altri passeggeri scalpita se il bus non parte
E’ un  filtro efficace ed essenziale, inimmaginabile dalle nostre parti.

I Sightseeing bus sono i pulman turistici a due piani con quello superiore scoperto presenti da anni anche nelle nostre città. Non c’entrano nulla con la MTA, sono generalmente rossi e offrono interessanti tour nei luoghi migliori con una ottima vista dal secondo piano.
Niente di nuovo, ma fa un certo non so che in queste giornate invernali di freddo polare intravedere qualche sparuto indomito avventuroso seduto lassù in cima allo scoperto, mi spingono a  cacciarmi subito in un bar a farmi una cioccolata calda.

Ultima annotazione legata al bus è la Metro card.
La Metrocard è il sistema di biglietto/abbonamento valido per subway e bus urbani, ha vari costi a seconda della validità. E’ uno strumento essenziale per il turista consente la massima libertà di movimento con costi accessibili.
Con 29 dollari si gira una settimana su qualsiasi mezzo urbano, tanta roba e poi un giro su uno dei bus che percorrono tutta Manhattan da nord a sud e viceversa in una giornata fredda e piovosa e molto meglio che andare al cinema.

ascolta la versione in ugola originale

Amare riflessioni di ferragosto

Nelle lunghe ore oziose penso a quante cose mi aspettano al ritorno, mi preoccupo, mi viene l’ansia, poi, sibitaneo, un pensiero:   meglio oziare il più possibile adesso, già che si può; i pensieri vagano nel sole di ferragosto, ma proprio oggi con questa umidità, non so perchè, si rivelano amari e cinici.

In mare molti gommoni, molte barche e barchette, nel nostro paese non attraccano gli “iotces” dei miliardari-evasori-calciatori-cantanti, traffico di marinaretti improvvisati e tubi di scarico di benzina, gommoni di dieci metri con fuoribordo da 500 cavalli, anche in coppia, da fare invidia ai contrabbandieri di uomini. Dura poco, non dura, dura minga, dicevano, invece sta durando anche troppo, ma …. le tasse le pagano tutti ???

Allora, qui si dice che la crisi tiene lontani i turisti, anno dopo anno, sempre peggio, forse è vero, ma il parcheggio è quasi pieno e i vigili sono perennemente a caccia di multe per divieto di sosta. Questo periodo è l’apoteosi del vigile marino: se ne sta dieci mesi buono buono senza fare contravvenzioni (immagino che farà qualche altra cosa !), poi a luglio comincia  a scaldarsi,  mette il naso per strada e prende confidenza col blocchetto. Quando scatta agosto eccolo lì finalmente all’opera incessante 24 ore su 24 in tutti i cantucci nascosti pronto ad appiccicare il foglietto col bollettino di conto corrente al parabrezza. Ho pagato anch’io la mia tassa annuale, una sera a San Teodoro. Il risultato è che in quel paese non mi rivedono per qualche anno.

Un giovane è stato arrestato per ubriachezza e condotto in caserma dei carabinieri, zona Ogliastra. Qui ha adocchiato un bel vaso e ritenendolo di valore (pensava fosse dinastia Ming ??? … in caserma ???)  l’ha rubato ed è scappato. A parte che è stato riacciuffato ed a parte che il vaso non aveva alcun pregio questa triste notizia mi ha rallegrato la giornata . La fantasia della realtà supera qualunque immaginazione e comunque ….. che stoppa !!!

I cani non possono andare in spiaggia, cartelli di divieto affissi ad ogni varco costiero, multe salate e vigili che si fregano le mani pensando agli incassi. Volete proprio che abbandoni la Chicca sul raccordo per Nuoro e la recuperi a settembre? E poi si dice di non abbandonare gli animali !

Ah, è vero,  c’è una spiaggia per cani vicino al Padrogianus, ci sono stato, è una striscia di sabbia di trenta metri per quattro invasa dalla  merda, un canile di infimo ordine all’aperto sotto il sole. Dico …… invece che sul raccordo per Nuoro potrei abbandonarla sulla 131 direzione Olbia …. Va bene uguale ?

Nel programma di intrattenimento turistico estivo del mio paese l’amministrazione comunale, ammirevole per le iniziative, ha piazzato la proiezione di film in località montane limitrofe, decisamente un po’, diciamo, fuori mano. Sono andato incuriosito a vedere la prima proiezione del film nella prima località fuori mano. Non si trattava propriamente di un film bensì di un documentario dal titolo “Olbia nel 1952” !!!!! un lungometraggio, almeno fosse stato un cortometraggio, con immagini tratte dai cinegiornali dell’epoca, per esempio la costruzione del nuovo ospedale, che adesso sarebbe il vecchio ospedale fatiscente, o la visita del  monsignore a Tempio, senza specificare chi sia il monsignore in questione, o il giro della Gallura su strada sterrata o i tuffi di un certo  Sechi-Setti-Selmi non ricordo bene il nome,  dal pontile del  porto.
E’ stata l’unica proiezione delle otto previste, pare siano sopravvenuti problemi con la Siae.   Per una volta grazie  Siae, sentitamente

Le ore passano lentissime in un ozio ovattato eppure … eppure le giornate volano inesorabilmente e siamo già a sera un’altra volta. L’equazione non torna: la percezione temporale dilata le ore e accorcia il giorno che è la somma di 24 ore, e otto ore minimo le dormo comunque. Ho sentito fare questo discorso ai miei genitori e prima ancora ai nonni. Mmmmmhhhh che vorrà dire ?????

Un  amico di amici è venuto a ballare al mio paese, sabato scorso, festa paesana con fisarmonica  e ballo libero con frittelle. E’ successo che è morto lì, al bordo della pista, mentre gli altri ballavano una mazurca, infarto fulminante, sarà stata mezzanotte appena passata. Ecco come rovinare la festa, ma insomma avrebbe potuto aspettare settembre no ? o almeno le due e far chiudere la serata. Io mi domando e dico …. questa nostra sorella con la falce non ha proprio rispetto per nessuno !

Una estate di riflessione molto tempo per pensare, molti spettacoli di arte varia da memorizzare e tanti giovani bravi, che dico, bravissimi , e naturalmente sottopagati e sottoimpiegati. Gente di spettacolo che intrattiene con musica, recitazione danza o acrobazie due ore per pochi euro o  passando col cappello a raccogliere offerte. Ogni volta ho lasciato un po’ di cuore lì a fine spettacolo insieme ad una constatazione amara: la mia vita avrebbe dovuto seguire un altro corso.

Una Stagione al Maciucambo

E’ uscito in libreria per l’editore Marco del Bucchia il romanzo “Una stagione al Maciucambo” di Gianfranco Lotti

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E’ la cronaca di una stagione invernale di ballo in una balera di provincia. Venti serate da ottobre  a maggio con orchestre immaginarie e personaggi che caratterizzano le singole serate. Si raccontano le storie di coppie e di uomini e donne soli, di amori, delusioni, speranze o di semplice amicizia, tutto quello che di fatto avviene in una sala da ballo.

Ogni serata ha i suoi personaggi e la sua storia che inizia e si chiude all’interno del capitolo, ma esistono dei fili conduttori, dei fil rouge che attraversano il romanzo: per esempio la storia di amore non dichiarato del bigliettaio con Mafalda la barista, o il rapporto di coppia contrastato dei proprietari della trattoria che sta di fronte  alla balera, o le piccole disavventure degli altri dipendenti del locale.

Guarda il servizio sulla presentazione:

Nel cuore dei giorni

Gianfranco e Monica alla trasmissione “Nel cuore dei giorni” del 4 aprile assieme alla prof.a Beatrice Benelli, ai ballerini di standard  Giuseppe Iannazzi e Silvana Uzzoli, al ballerino di tango argentino Antonio Lalli  ed al maestro Marco Lo Russo, conduce  Lucia Ascione.

questo il link dell’intervista

 

http://www.nelcuoredeigiorni.tv2000.it/il-ballo-una-felicita-che-si-puo-provare-anche-ad-una-certa-eta/2013/04/04

 

Il posto che non c’è

 

Pistoia
Quando si balla  
liscio con disck jockey
Prezzo  
12 euro cena
Pista da ballo  
20 passi x 7 passi
Parcheggio  
Quasi nientee
Dove si mangia  
Si viene per mangiare, il ballo è un extra

Il posto che non c’è è quello nel quale ci imbattiamo quasi per caso un sabato sera grazie a un passaparola di amici-degli amici-dei conoscenti.
Non ci si arriva tanto facilmente: non ha nome, né indirizzo, né insegna, come fosse  un luogo immaginario.
Non è bello il posto che non c’è: perduto tra campi e vivai e strade sterrate senza illuminazione, è squallido nell’architettura di rimessa di attrezzi, spoglio, con arredo da quattro soldi, le luci al neon sono da capannone di lavoro, nella vita precedente può essere stato un deposito, ma anche un‘officina o un cantiere, ma potrebbe esserlo ancora. Non nasce per accogliere le serate degli allegri compagnoni, non è frivolo né pretenzioso come certe sale da ballo e certi circoli  c’è del ferro battuto in giro e delle sculture grezze in pietra, opera di fabbro o di apprendista scultore
Nel posto che non c’è si fanno le feste in casa, come  quelle della giovinezza, certo, non può esistere questo posto, è solo nella nostra memoria e in ciò che di struggente vogliamo ricordare.
Si viene per mangiare, buona cucina casalinga, buon vino, dolce, caffè ammazzacaffè, bibite a volontà. Si cena su due tavoloni lunghissimi da quaranta cinquanta posti l’uno, come alle sagre, ma attenzione  non è una sagra, non ci può venire chiunque, ci si viene solo tramite gli amici-degli amici-dei conoscenti, e poi, una volta stati qui, si diventa conoscenti, e amici degli amici anche noi.
Un tam tam di provincia.
Si fanno le dieci a tavola, poi arrivano le api operaie che sono gli stessi  che hanno cucinato e servito i piatti con gentilezza e precisione. Le api laboriose sparecchiano, buttano gli avanzi, smontano e spostano i tavoli ai lati del capannone, accatastano le sedie di plastica, spazzano a terra, insomma trasformano, mutano l’ambiente come un loft d’avanguardia, una scena da teatro di commedia. In dieci minuti,  senza tecnologia solo a forza di braccia e gambe si è fatto posto nel mezzo e una pista che non c’era adesso c’è.
E’ stretta e lunga, sette passi per venti, meglio di tanti locali, piastrellata e liscia. Qualcuno sparge talco in un angolo per far scorrere le scarpette da ballo,  le luci al neon da officina  si spengono e come per magia subentrano poche applique artigianali, il sole e la luna, nuvole in ferro rosso.
Nella penombra tutto assume un nuovo colore, di intimità, qualcuno ricorda ancora quando di spengevano le luci e si ballava al buio cercando il primo contatto con la guancia della ragazza desiderata. Non c’è più bisogno del buio adesso, basta questa luce soffusa che ammorbidisce i profili delle donne e ingentilisce le pancette appesantite  degli uomini.
Un affabile signore si piazza dietro una armatura di ferraglia, credevamo fosse un deposito dei attrezzi in disuso ed era invece la consolle. Una vera consolle con casse potenti e profonde e centinaia di cd di tutte le razze e religioni, un cartello scritto col pennarello  recita “Sono bene accette le vostre richieste musicali”.
Sono pronti a tutto nel posto che non c’è pur di farci stare a nostro agio. E noi che facciamo?  prendiamo possesso !
Prendiamo possesso dell’unico divano presente, delle sedie da giardino appoggiate alle pareti, della pista da ballo, delle musiche, della confusione e delle risate, invadiamo il campo con irruenza e allegria. Si festeggia un compleanno nel posto che non c’è, cantando tutti assieme un “umpa pa zum” di valzer romagnolo ad una imprecisata signora, una alchimia misteriosa si sviluppa tra le note ed i commenti di chi mette i dischi e tra un pezzo e l’altro balla una sottile effervescenza di un dopo cena sobrio e allegro
Siamo a casa di amici, come quarant’anni fa, siamo qui per stupirci di ogni cosa, e quando accade,  se accade, basta una battuta, un gesto, una canzone o uno scherzo per ridere senza cinismo e  senza età.

Non vi dirò dov’è il posto che non c’è e che ho trovato per caso un sabato sera.
Sono geloso, non deve trasformarsi in un locale qualunque, è un luogo dell’anima, dei ricordi profondi e vecchi,  delle sensazioni leggere e positive, lo si guadagna solo desiderandolo. E’ un segreto che riservo ai miei amici del cuore.
Altrimenti potreste dire che è brutto e squallido, oppure  che non è un trattoria né una sala da ballo, che non è niente, che non c’è parcheggio e che è fuori moda.
Quando ce ne stiamo andando, già indossati i soprabiti, il posto che non c’è regala un’ultima sorpresa: le api laboriose e instancabili montano il karaoke ed iniziano a cantare tutti insieme “Arrivederci Roma”, hanno ancora voglia di godere la serata.
Cosa avreste fatto voi  se fosse stati lì con noi ?