Mr. Sensible

More expensive is the  lesson and more will be high the incentive to learn quickly, therefore  don’t let me wasting time. An hundred bucks, please.
All for today.

Più costosa è la lezione più alto l’incentivo ad imparare in fretta, perciò non fatemi perdere tempo. Un centone, prego.
Per oggi è tutto.

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Mr. Sensible Latex, docente di motiovazione coreutica venale  presso tutte le accademie del Regno Unito che finiscono in ..shire (Devonshire, Lancastershire, Chesire, Staffordshire,  etc. etc) e internista di rane e mezzadora per diletto.
Le perle di saggezza che Mr Sensible ci elargisce sono solo un piccolo campionario del suo smisurato repertorio di autoincoraggiamento.

Brigidino

Dancing Brigidino
Via Leonardo da Vinci 26 – Borgano – Lamporecchio tel. 0573.82351   347.7878774
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con orchestra
domenica sera liscio e revival con orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro
Pista da ballo  
17 passi x 12 passi
Parcheggio  
Non molto grande a fianco del locale
Dove si mangia  

I brigidini sono i tipici dolci di Lamporecchio:  cialde dorate friabili, di forma ondulata e rotondeggiante di circa sette centimetri di diametro, gli ingredienti sono zucchero, farina, uova ed essenza di anice. Quando si morde scrocchia.
Lo si trova facilmente sulle bancarelle delle fiere  e delle sagre toscane, nei luna park, e fuori delle chiese nelle feste del patrono. Gli ambulanti lo cuociono sul posto tramite un marchingegno che è un indecifrabile misto tra un impastatrice ed un bidone di benzina, confezionandolo in un tipico sacchetto trasparente dalla forma stretta e allungata dal costo oscillante dai tre ai sette euro.
La leggenda vuole che nel medioevo siano state le suore del vicino convento di Santa Brigida, il cui compito era quello di produrre le ostie, ad inventare per sbaglio il brigidino. Tutto cominciò con un errore di una qualche monachina che si confuse mentre stava preparando l’impasto delle ostie. Per non sprecare quel composto, che pure doveva già essere gradevole, le sorelle pensarono di ingentilirlo aggiungendovi dei semi di anice.
Secondo me  la monachina era  precedentemente strafatta di anice e pasticciò con l’impasto concependo quindi questo meraviglioso portento.
Nacque così quel chicco destinato a divenire una tradizione a Lamporecchio, dove la ricetta si tramanda di generazione in generazione dando vita a molte botteghe artigianali specializzate proprio nel brigidino, i miei gusti privilegiano da sempre la Pasticceria Carli che per inciso sforna anche un delizioso berlingozzo composto dello stesso impasto, ma molto più morbido.
Si dice nella piana che a Lamporeccchio si siano fatti ricchi coi brigidini e ci deve essere del vero. Ecco dunque che anche la sala da ballo locale rende omaggio allo sfizioso manicaretto ed abbiamo quindi il Brigidino di Lamporecchio, per l’esattezza di Borgano di Lamporecchio.
Sarebbe un po’ come intitolare al Castagnaccio la sala da ballo di San Marcello, o il Ventricino quella di Piancastagnaio, e così il Lampredotto di Scandicci e il Mallegato di Pescia.
Ma non è proprio così, è piuttosto che a Lamporecchio sono orgogliosi del brigidino e effettivamente gli devono molto. Il brigidino  è una specie di nume tutelare del posto.

Ma veniamo al dunque
Finalmente i miei compagnoni lisciomani sono venuti con me al Brigidino.
Questa sala da ballo si trova in località Borgano e qui ci tengono a specificare che non si tratta di Lamporecchio anche se i due abitati sono contigui.
Il paese è in posizione strategica non troppo lontano dalle città per scoraggiare gli appassionati, accoglie gli affezionati frequentatori del posto e solo chi ha veramente voglia di ballare tanto da farsi qualche chilometro in più da Pistoia e Prato o dalla vicina Valdinievole.
L’edificio è un parallelepipedo munito di tetto spiovente, proprio come nei disegni infantili. In origine sede dell’associazione Reduci e Combattenti è da 35 anni il circolo arci di Borgano. Mantiene viva con orgoglio la tradizione del ballo liscio per due giorni a settimana e comunque rappresenta luogo di aggregazione per tutto l’anno aprendosi anche per feste e rappresentazioni delle scuole.
E’ un pochino stantìo come si dice dalle nostre parti, un po’ vecchiotto insomma, ma ci sono scelte funzionali difese a spada tratta dal gestore Enrico Leporatti, anfitrione squisito e appassionato, di una gentilezza di altri tempi.
Le sedie in plastica ad esempio, sono quelle bianche da giardino che costano pochi euro e decisamente non sono belle, rispondono però ad una logica, sono impilabili e facilmente trasportabili, consentono di trasformare la sala in una grande palestra per la scuola di ballo o per altre manifestazioni, e poi sono più facilmente pulibili rispetto ai divanetti di stoffa che tendono ad assorbire e rilasciare con insospettabile lentezza la polvere di secoli di ballerini, e poi, ammettiamolo, sono pure comode.
Ciò che si perde in belluria si guadagna in funzionalità, quel fenomeno del Leporatti mi ha quasi convinto con le sue teorie.
Sul botteghino, però, non accetto scuse, andrebbe rifatto perché pare una garitta con la cassiera incastonata al buio come una sentinella tra cassetti e scontrini.
Anche il guardaroba non è propriamente moderno, in compenso la guardarobiera è una signora affabile e spiritosa, verrebbe voglia di fermarsi a chiacchierare tutta la sera senza neppure entrare.
Il bar è da casa del popolo, il che non è necessariamente un’offesa, fuori moda e accogliente, senza grandi pretese né ambiziosi barman, ma coi quotidiani e le carte da gioco sui tavolini, la sala giochi e la tivvu sempre accesa, da paese insomma.
Tra convenevoli e chiacchiere alla fine si entra nella bella sala rettangolare: palco dell’orchestra rustico in legno sullo sfondo, grande quanto basta, ai lati una fila di tavoli e sedie ed in fondo una triplice fila, sulla parete opposta all’orchestra troneggiano i grandi specchi per far rimirare le signore e soprattutto i ballerini della scuola di ballo “Dance Project Toscana”di Francesco Calcò che qui tiene i corsi.
Pavimento in piastrelloni di gres marmorizzato color mattone, pareti tinteggiate di rosa con tendaggi azzurri, tavolinetti bianchi e, come detto, sedie bianche da giardino.
Il soffitto è a doghe color marrone arricchito da luci colorate e quattro ventilatori a pala, non è altissimo.
Al Brigidino si balla bene perché chi viene qui, scuola o no, si muove a tempo e con garbo, lasciando spazio agli altri e senza spingere, si conoscono le buone regole di comportamento della pista, i balli di gruppo sono racchiusi in brevi serie di due tre pezzi e le signore indossano scarpette da ballo estratte come per magia da  minuscoli necessaire.
In pista aria respirabile, ai tavoli si può discorrere senza bisogno di alzare la voce in un clima di cordialità agevolata dalla presenza premurosa e costante del gestore. Può ospitare fino a 250 persone.
Ovviamente a un certo punto della serata, la direzione fa girare piatti di brigidini su tutti i tavoli, e ci mancherebbe ! Si balla fino alle due e la gente si attarda volentieri.
Le orchestre sono quelle del giro, senza cadute di stile e senza slanci. E’ il regno del terzinato.
Giudizio
Non smetterei più di parlare di questo locale, mi aggrada assai, e poi mi stanno simpatici tutti. Il mio giudizio potrebbe non essere obiettivo, ma mi sento di dargli il massimo, tre ballerini, ci metterò un meno solo perché l’ingresso alla sala non è degno della qualità del posto.
Coraggio Enrico, spendiamo un po’ di soldi per il nostro croccante friabile gustoso Brigidino di Borgano.

meno

Scratches on the blackboard by Mr.Sensible

Mr. Sensible Latex è docente di motivazione coreutica venale  presso tutte le accademie del Regno Unito che finiscono in ..shire (Devonshire, Lancastershire, Chesire, Staffordshire,  etc. etc) e internista di rane e mezzadora per diletto.
Le perle di saggezza che Mr Sensible ci elargisce sono solo un piccolo campionario del suo smisurato repertorio di autoincoraggiamento

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There is nothing to do: mother nature (if you prefer father-destiny, uncle-fate or grandmother-fatality) heavily weigh on your dancing career!
Some people were voted,  other was not born so, and you, modestly, not.
She was a little bugger with you. I’m sorry.
The firefighter, for example, has the gift,  not you.

Non c’è niente da fare madre natura o se preferite padre destino, zio fato o nonna sorte incidono pesantemente sulla tua carriera di ballo !
C’è chi ci nasce trombato e chi no, e tu, modestamente, non lo nascesti.
Mi spiace ma madre natura è stata piuttosto stronzetta con te.
Il pompiere per esempio ha avuto il dono, tu no.

If you both stand along with a frac, he seems  the ambassador of the Commonwealth, you the Lele Mora’s butler.

Se vi mettete a fianco in frac lui sembrerà l’ambasciatore del Commonwealth,  tu il maggiordomo di Lele Mora.

Strung  the head in a peaked hat, he will seem Admiral Nelson, while you an abusive Fuorigrotta parking attendant.

Cacciatevi in testa un cappello con la visiera, lui sembrerà l’ammiraglio Nelson tu un posteggiatore abusivo di Fuorigrotta.

Smile and the dancer’s hand to hand they enter in the ballroom like a stars parade, you as in a strike march

Sorriso e ballerina per mano quando si entra in pista: loro una parata di stelle in un circo voi come in un corteo di scioperanti.

But do not tear down, we are here to improve your self-esteem, only $ 100 per session please.

Ma non ti abbattere, siamo qui per migliorare la tua autostima, solo 100 dollari a seduta prego.

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Liscio Più

Liscio più
Via A.Boito,11 Ponte Buggianese (PT) tel. 0572.635063 – 380.2629681
Liscio più é su Facebook
Quando si balla  
martedì sera liscio e tradizionale con  orchestra
giovedì sera cio e tradizionale con  orchestra
sabato sera liscio e tradizionale con  orchestra
domenica pomeriggio liscio e tradizionale con  orchestra
Prezzo  
10 euro con consumazione
Pista da ballo  
21 passi x 16 passi
Parcheggio  
parcheggio di fronte al locale
Dove si mangia  
pizzeria e ristorante gestiti dal locale

Non capisco perché nel mio gruppo di sodali buontemponi questo locale stia un poco ai margini delle preferenze, eppure ha tutto quello che essi, noi, i ballerini, i lisciomani, insomma gli appassionati di questo genere possono chiedere a una sala da ballo.
Grande, arioso, pulito, buone orchestre, personale gentile, ottimo bar, pista scorrevole, poltrone comode, tante serate, ristorante annesso.
Un locale dedicato al ballo, esclusivamente al ballo.
Il Liscio Più è questo, un grande edificio colorato in mezzo al paese, una spaziosa sala con triplice fila di divanetti e dodici colonne rivestite di specchi che delimitano  una buona pista da ballo in piastrelline quadrate 5 x 5 bianche  con inserti celesti e blù dove si scorre piacevolmente. Poi  un grande palco centrale in grado di ospitare nutrite orchestre incorniciato da due colonne e un architrave a ricreare la facciata di un tempietto classico.
Le pareti sono bianche interrotte da strisce di luci rosse, i divanetti marrone scuro a righe sottili, tavolinetti essenziali quadrati e  spazio fra le file dei divani con passaggio agevole da un settore all’altro.
Si viene a creare un’atmosfera rosea un poco ammiccante che meriterebbe di essere valorizzata con una illuminazione più tenue.
Il soffitto è alto e tre ventilatori a pale garantiscono un ricambio d’aria sufficiente a far ballare a tutto ritmo senza sudare e soffocare dal caldo, l’acustica è buona, si ascolta la musica e si riesce a parlare col vicino senza sforzi vocali.
Il bar è grande e ben fornito ed il servizio squisito, pasticcini e stuzzichini vengono messi a disposizione  a getto continuo. Accanto un megaschermo tv per chi proprio non  ne può fare a meno.
Una breve rampa di scale conduce al ballatoio, dal quale si gode una bella vista sull’orchestra e la sala, e alla terrazza esterna destinata ai fumatori.
Il sistema di pagamento è diverso dagli altri locali, si paga all’uscita in base alle consumazioni effettuate che peraltro hanno un costo a scalare: si parte dai 10 euro con una bevuta, si sale a 15 con due bevute, 18 con tre, 20 con  quattro, 21 con cinque bevute, 21,50 con sei bevute, praticamente più ci si sbronza e meno si paga !!!!
Tranquilli, alla settima bevuta quando saremo completamente strafatti, dovremo tirare fuori ulteriori 20 euro, dopo ….. spero sia previsto l’intervento della croce d’oro ….. e meno male che non ci sono i buttafuori.
La frequentazione è per ogni età, stato sociale e civile, coppie e scoppiati, giovani e vecchi, uomini e donne, belli e brutti, ricchi e poveri e matia bazar  e si balla di tutto liscio, gasato e rockenrolle e le orchestre in programma sono tra le migliori ascoltabili nel circondario, sempre di livello molto buono.
Ci sono anche dei difetti: le sedie in plastica del bar stridono con tutto il resto e non rendono giustizia alla buona varietà di bevande e spuntini proposti e il ballatoio meriterebbe una valorizzazione maggiore perché è un ottimo angolo per vedere e chiacchierare.
Il locale nel complesso è un po’ usurato, con uno stile demodè e l’ingresso della biglietteria è angusto.
Non è una semplice balera da circolo, ma neppure accattivante e luccicante come un dancing moderno.
Giudizio
Proprio non capisco perché nel mio gruppo di sodali buontemponi questo locale sia un poco ai margini delle preferenze …… a me sembra un gran bel locale.
Ci sarebbe solamente bisogno di un intervento di rinnovamento perché l’ambiente lo merita ampiamente.
Tre ballerini e un meno

    meno

Post Scriptum
Avrei descritto volentieri anche altre cose del Liscio Più: la storia, gli aneddoti, i personaggi e le orchestre famose che qui sono transitate, per questo ho chiesto più volte alla cortese direttrice informazioni che al momento non ho ricevuto.
Se c’è qualcuno che sa qualcosa di interessante sulla vita di questo locale può inserirla nei commenti e sarà cosa sicuramente gradita.

La posta del cuore: Irina sfiancata

Gentile dottor Libanore, fermo posta del cuore del SAMBA
Mi chiamo Irina, mi vergogno a dirlo, ma mio marito è affetto da satirismo, nel senso che è diventato famelico di sesso, preda di una esaltazione degli impulsi sessuali che lo spinge alla continua ricerca di nuove conquiste. Non dà pace né a me né alle mie amiche né alle donne che incrocia al lavoro o in qualsiasi altra circostanza.
Sono un paio di anni che si comporta così: prima era solo focoso, ora è un ossesso scatenato che ha perduto ogni inibizione.
Non so come fare per placarne i roventi spiriti, io mi presto purché non vada con le altre, ma sono veramente sfiancata e giù di corda.
Lei si chiederà: ma cosa c’entra con il ballo ? Niente !
Ogni tanto andiamo al Savoiardo a fare del liscio piemontese, ma in effetti non c’entra niente, lui è assatanato in sala da ballo come in ufficio o a casa, non cambia nulla. E’ che all’ingresso del Savoiardo ho visto la locandina del SAMBA ed ho letto della sua grande esperienza di vita e della sua rubrica di posta del cuore e mi rivolgo a lei per un consiglio disinteressato.
Esiste un rimedio dottor Libanore ? Ho qualche speranza che gli passi questa mania ?
La prego mi illumini.

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Cara sfiancata
Confesso che è la prima volta che mi si pone un quesito che con il ballo non ha a vedere nulla, proverò comunque a sollevarti dalle tue ambasce
Il tuo caso mi riporta agli anni sessanta quando caddi preda di una specie di ossessione erotico possessiva che per alcuni mesi mi sconvolse l’esistenza.
Ero reduce dal servizio di leva in quel di Pordenone, ameno luogo dove convivevano una media di venti militi in calore per ogni donna vivente, e l’astinenza dalla amata presenza femminile mi aveva prostrato anima  e corpo.
Quando finalmente mi congedai fui preso da raptus maniacale da coito che mi portò a rinchiudermi in un casa di tolleranza clandestina di Udine per un mese intero, periodo nel quale mi misi in pari con gli arretrati e con gli interessi a discapito del mio stato complessivo di salute fisica e mentale: fu in questa circostanza che  mi resi conto che esagerare fa male anche per quelle cose lì.
Solo dopo che mi fui sfogato ben bene riuscii a riprendere una vita pressoché normale, ma ti confesso che ancora oggi quando vedo una divisa mi coglie uno sturbo interiore che, come reazione, mi costringe a ricercare immediatamente una donna.
Bene se il tuo uomo soffre di questo satirismo credo che tu possa farci poco, ci vorrebbe la camicia di forza, ma non credo che sarebbe contento.
Si dice che il satiriaco ricerchi il contatto sessuale non per provare nuove sensazioni e piaceri, ma per avere un soddisfacimento psichico e fisico che non riesce mai a raggiungere. Se la mettiamo in questi termini per curare la sua mente potresti cominciare  a sciogliere con regolarità ogni mattino delle pasticchine di bromuro di potassio nel suo cappuccino, è un rimedio da sempre in uso negli eserciti  per tenere a bada la truppa ed impedire che, in preda alla voglia ed in assenza di donne, i giovani esuberanti  si inchiappettino l’uno con l’altro senza freno.
Tieni tuttavia conto che in un caso analogo una sfortunata signora  di Mentone è finita in carcere con l’accusa di tentato omicidio del marito libertino, pertanto dovresti essere piuttosto contenuta con le dosi.
Prova a chiedere consiglio a qualche maresciallo sulla durata ed intensità della cura, io non sono proprio la persona più indicata in quanto aborro il bromuro.

Tieni anche conto che il bromuro possiede caratteristiche di  fotosensibilità, in quanto sotto forma di gelatina era impiegato nelle prime fotografie di fine 800.
Veniva  spalmato su una lastra metallica ed allorquando era esposta alla luce, bromo e argento si scomponevano. La successiva fase di lavaggio del supporto portava via il bromuro d’argento più o meno scomposto, che corrispondeva alle parti meno scoperte della foto, e lasciava intatte le parti esposte, e così risultava l’effetto di chiaroscuro fotografico.
Se dopo la doccia tuo marito presentasse sul torace insolite riproduzioni di inquadrature del tinello o di scorci cittadini potrebbe dipendere dal fatto che il suo ombelico ha preso a funzionare come una reflex e produce ottime negative.
Prendiamone il lato buono considerando che potresti fare dei ritratti originali senza spesa aggiuntiva.
Per tua doverosa informazione sappi anche che il bromuro di potassio è  usato anche come farmaco anticonvulsante per cani e gatti, e solo alcune nazioni ne autorizzano la somministrazione agli esseri umani.
Insomma se oltre a volerti rinfrancare non vuoi rimanere vedova,  vacci piano

JB Bottegone – soluzione di un mistero

Meraviglie di internet:
questa mattina mi arrivano due commenti sul JB Bottegone che rispondono in maniera autorevole, e direi definitiva, al quesito che mi ero posto nella recensione del locale, ovvero il misterioso significato della sigla JB.
Fra le ipotesi fantasiose e surreali che avevo proposto ce n’era una che tanto fantasiosa invece non era .
Lascio la risposta alle parole di Enzo, confermate anche da Claudio, che troverete anche nei commenti, ma che ripropongo volentieri e ringrazio di cuore.

“Salve
negli anni 70 io mi occupavo del bar
del jb e vi confermo che il nome deriva dalla cantante americana, all’epoca (ma anche oggi) eravamo affascinati da quella musica ma c’era solo la rai e perciò
la si poteva ascoltare solo sui dischi
la domenica si passava musica per ballare
ma durante la settimana fra di noi sempre in discoteca
si ascoltava
joan baez, bob dylan , pink floyd ecc,
il locale di adesso ha poco a che vedere con la discoteca di allora che fra l’altro era al piano superiore
ma sono contento che quella sigla che scegliemmo quasi 40 anni fa sia rimasta
saluti
enzo “

come dicevamo: meraviglie di internet e meravigliosa Joan Baez

 

Milleluci

MilleluciVia Fratelli Cervi, 1 – Casalguidi (PT)         tel. 0573.929070
arci.milleluci@virgilio.it
Quando si balla
sabato sera                                                  liscio e revival con orchestra
Prezzo
inferiore a 10 euro
Pista da ballo
22 (17) passi x 10 passi
Parcheggio
Parcheggio pubblico al di là della strada, non molto grande
Dove si mangia
A fianco nel circolo Arci ristorante e pizzeria

Innanzitutto una precisazione: noi foresti si tende a dire il Milleluci, singolare maschile, ma la corretta definizione è “le Milleluci”  plurale femminile, tante, tante, ma tante lucine accese nella notte di Casalguidi.
Esistono due correnti di pensiero tra i frequentatori abituali delle sale da ballo della nostra zona: chi ama le Milleluci e chi non le sopporta.
La discriminante è una ed una soltanto: il ballo di gruppo.
Si accusa infatti la popolazione danzante delle Milleluci di eccedere in questa pratica.
Io l’ho provato più volte ed effettivamente c’è la tendenza a invadere la pista con  mambi, cinquiti, hullygully, bachate e via discorrendo un po’ di più rispetto ad altri locali, si tratta probabilmente di una tradizione che si autoalimenta attirando i molti appassionati di questa specialità.

La moda del ballo di gruppo nasce da una esigenza reale: la necessità di potersi muovere in pista indipendentemente dall’avere un partner e in un modo libero, l’unica regola è quella di seguire il ritmo della base musicale lasciandosi andare con la massima naturalezza.
Un po’ quello che accade con la discomusic con la differenza che questo è rivolto a tutte le età, anzi, la terza età è privilegiata nella esecuzione trattandosi di un misto di aerobica e ginnastica dolce delle gambe, senza sforzo, né allungo, sono la durata o l’affollamento della sala che fanno faticare.
Quando qualcuno dell’orchestra annuncia al microfono “….e ora un bel mambettino per cominciare …..!”  ecco che una masnada di aspiranti ballerini si dispone in file disordinate occupando tutta l’area della pista fino alle poltrone ed emarginando i disperati che vorrebbero affrontare un ballo di coppia tradizionale e che si ritrovano a procedere lungo i bordi della sala con i gomiti strettissimi fino alla rinuncia definitiva.
Uno dei misteri del ballo di gruppo e che l’orientamento delle file che si vengono a formare è sempre disordinato, qualcuna è rivolta verso ovest, altre verso la Mecca, altre ancora verso la stella polare, ma va bene lo stesso, mica stiamo parlando di una parata militare !
Importante  e che almeno all’interno della stessa fila siano tutti rivolti in uno stesso verso altrimenti si creano incrocchi pericolosi per stinchi e menischi.
I passi sono praticamente i soliti per qualunque ballo, cambia solo l’ampiezza e il ritmo. Generalmente si ha un primo passo incrociato a sinistra con gambetta destra proiettata in un calcetto stile gemelle kessler, poi lo stesso passo verso destra con conseguente gambetta sinistra e calcetto, poi stessi  passi avanti e poi indietro ed infine cambio di orientamento del corpo di novanta gradi verso destra e si ricomincia; come variante si possono battere le mani ritmicamente.
Gli sguardi sono fissi davanti a sé privi di ogni espressione e di qualunque barlume di intelligenza, la testa in alcuni casi è leggermente reclinata come  a concentrarsi sul ritmo.
E‘ un movimento meccanico: un, due, tre, incrocio, saltino, ripetuto all’infinito cambiando solo il fronte e che porta alla ripetitività ossessiva del gesto. E‘ l’antitesi del ballo  di coppia, che è fatto di regole  e programmi  contraddistinti e diversificati tra uomo e donna.
E questo è quanto per il ballo di gruppo.

Il locale è famosissimo nella piana sia perché Milleluci è un circolo Arci di grande tradizione e molteplicità di interessi sia perché qui si balla da una vita.
I nostri padri ci son passati per giocare a carte o a biliardo, o magari a farsi una pizza,  le nostre madri almeno una volta ci sono andate a ballare al ritmo di rock o di liscio o a vedere i complessini beat degli anni settanta.
Storie, amori, amicizie e scuole di ballo, grandi orchestre, e solisti  di grido  si sono succedute in questa pista.
Ma il circolo non è solo ballo, vanta infatti una presenza  politica, culturale e sportiva di prim’ordine iniziata il 25 giugno del 1955.
Quasi sessanta anni di vita strettamente intessuta con le comunità di Casalguidi e Cantagrillo  e che per vitalità e impegno si è andata estendendo molto  oltre i confini del comune di Serravalle fino a Pistoia, Prato e Firenze.
Per sapere tutto ma proprio tutto sulle Milleluci si veda la bella pubblicazione di Adele Tasselli, cognome classico di questa zona, “Le Milleluci, storia della Casa del Popolo di Casalguidi“ Nuova Toscana Editrice.

La pista ha una forma singolare: rettangolare con il lato corto non molto ampio e un paio di prolungamenti che estendono i lati lunghi in un percorso insolito.
Il pavimento è in piastrelle di marmo amaranto molto scorrevole, i tanti e comodi divanetti rossi sono posizionati su due file di gradini con pavimento a quadrotti bianchi e celeste, le pareti sono tinteggiate di azzurro, l’illuminazione è fatta da tantissime piccole luci multicolori, è ovvio siamo alle milleluci, e crea un ambiente caldo e accogliente.
Ci si sta bene.
II palco dell’orchestra posizionato sul lato lungo della pista ospita sei, sette elementi, alle spalle una grande “M” stilizzata simbolo del locale.
Il bar è ampio e ben fornito di cocktail e beveraggi tradizionali ed a mezzanotte propone sempre un gradevole spuntino.
E’ aperto solo al sabato sera, una offerta  prudente che garantisce un bell’affollamento, può ospitare  sino a trecento persone e chiude alle due di mattina,  per i gruppi musicali ci si affida alla Vegastar.
Raccontano  i “vecchi” del Milleluci di aver accolto qui dentro negli anni settanta 1.200 persone per un concerto di Sandro Giacobbe.……. non ci posso credere ….. ma dove li hanno cacciati tutti ?????
L’ambiente è semplice, ma non banale, sui divanetti si parla senza bisogno di urlare e si vede bene cosa accade sulla pista che è un poco più in basso, l’accoglienza è cordiale e amichevole, l’atmosfera è quella di un vecchio dancing tradizionale, immutabile.
Musiche diverse e abiti diversi ma l’atmosfera doveva essere la solita trent’anni fa, ecco, la definizione più giusta di questo locale è “tradizionale”, si sa cosa offre e non tradisce  le aspettative.

Giudizio
Grande tradizione di ballo liscio e pista da provare, assolutamente da non perdere per chi ama i balli di gruppo.
Cortesia del personale, buone orchestre, guardaroba ben posizionato, ottimo e professionale il servizio bar.
Non una baleraccia da raccattati, ma un bel locale dove la gente si presenta con l’abito buono e con il solo scopo di ballare, ballare, ballare. Frequentatissimo da sempre, non tradisce mai.
Due avvertenze però dobbiamo farle:
occorre fare i conti con i gruppi che si formano spontaneamente sui ritmi latini e moderni e effettivamente restringono lo spazio in pista.
occorre un poco di attenzione ai gradini che si insinuano perfidi fra le belle poltroncine rosse, sono illuminati da mille lucine, ma ……. traditori.

Due ballerini e mezzo e …… lunga  vita alle Milleluci !

Posseduto !

La possessione è il fenomeno per cui un organismo o spirito estraneo, diavolo o demone, prende possesso del corpo di una persona, si lega alla sua anima e la controlla e la tortura mentre è ancora in vita. La persona in questione viene definita indiavolata o indemoniata.
Un demone  ballerino si è impossessato di me.
Un Jinn burlone, un satanello adulatore mi ha abbindolato con promesse di fantastici passi e figure di tango sbarbandomi dal  mio comodo divano davanti alla tele, con false lusinghe mi ha trascinato in pista da ballo  e ora che mi controlla fa il cazzo che gli pare.
Non c’è altra spiegazione al fatto che quando ballo non so mai cosa potrà accadere: potrei andare bene o anche sbagliare tempo e passi, stare su o stare giù con le spalle, schienato o addosso alla ballerina, inciampare nelle stringhe o scalciare gli avversari.  Il mio ballo è totalmente fuori controllo.
Appena terminato devo guardare l’espressione di chi sta intorno per capire coime è andata e se si è fatto male qualcuno perché non sono assolutamente in grado di ricordare né di capire, come fossi in trance.
Hai voglia  di dire “abbi pazienza”, “ci vuole tempo….”,
Macché tempo, ci vuole un esorcista!

Terzo anniversario

Dio come passa veloce ! Il tempo intendo.
Eccoci ancora qui a celebrarci: terzo anno di ballo e secondo di blog, visto che le date coincidono in questa settimana di marzo.

Patriebalere ha due anni di vita.
Il blog a dicembre è migrato su piattaforma Aruba e con un dominio finalmente personale www.patriebalere.it.
Ci sono stati circa 6.200 contatti ovvero volte in cui qualcuno ha cliccato ed aperto una pagina,  con una media di  otto visite al giorno.
Sono molto fiero della veste grafica del blog e della suddivisione in argomenti:
pagina principale
la posta del cuore
le mie balere
lezioni di ballo fai da te
avanzi di balera
abc delle gare di ballo

Le storie che vedono protagonisti i compagni di ballo sono quasi del tutto scomparse, non è che non ci sarebbe di che raccontare piuttosto stanno diventando cose di amici, fatti personali e non mi va di metterle in piazza, ce le godiamo fra noi.
Si tratta quindi di  racconti di pura fantasia anche se qualche acuto osservatore potrà riconoscere negli atteggiamenti particolari di qualche personaggio i tratti di qualcuno di noi.
La posta del cuore di Ivano Libanore è il mio divertimento maggiore, una sfruculiata goliardica totalmente priva di senso.
Le lezioni di ballo fai-da-te di Isidoro Polvani le ho scritte tutte d’un fiato l’estate di un anno fa, al mare, ne pubblico una ogni tanto. Vi sono molto affezionato ma so che non piacciono molto.
Sono rammaricato che le recensioni de Le mie balere non aumentino, ma per una serie di circostanze il sabato sera non andiamo quasi più a ballare e  la cosa ci manca molto.
Al contrario l’abc delle gare da ballo si arricchisce settimanalmente di nuovi capitoli, cose che ci toccano personalmente o vediamo da vicino nei palazzetti di mezza Italia.
Avanzi di balera infine è la mia sfida più rilevante, l’embrione di una storia articolata con luoghi e personaggi da piccolo romanzo. Ci sto lavorando sodo, ogni  tanto esce un capitolo a mo’ di esperimento.


Tre  anni di ballo

Il 12 marzo 2009 assistemmo attoniti alla nostra prima lezione collettiva di ballo da sala, un giovedì sera fortunato in quel di Candeglia.
Non sapevamo niente del tango, del valzer, del foxtrot e di qualunque altra cosa che invogliasse a muovere piedi e fianchi a tempo di musica ed eravamo intimamente convinti che fosse un tentativo inutile.
Ieri, tre anni dopo, abbiamo partecipato al  trofeo Lunidanza a Livorno, gara competitiva nazionale danze standard classe B3 categoria 56/61 anni.
Non interessa come è andata , interessa piuttosto che si può fare, come si usava dire

YES WE CAN

È vero la filosofia del yes we can non va più di moda in politica, ma vi assicuro che in altri campi è sempre valida.
We can, si può imparare a ballare a sessant’anni eccome se si può, ma attenzione non è tutto facile, come in ogni attività  occorrono determinazione, ambizione e perseveranza ……. e un bel po’ di quattrini !

Dunque il mio invito caloroso è: andate a ballare, imparate a ballare, divertitevi e fate movimento a tempo di musica e tra la gente, non ci sono controindicazioni.
Se qualche lettore incuriosito vuole capire cosa significa divertirsi  a tempo di liscio e senza impegno può andare il giovedì sera al Circolo Sperone dove i miei amici ballerini Adriano e Manola si divertono da matti e mostrano i movimenti elementari del ballo.
Se poi  qualcuno volesse veramente imparare a ballare come si deve c’è una sola risposta: Dance Style Academy dei miei grandissimi, fantastici e superlativi maestri Barbara Benedetti, Marco Bartolini e Christian Costa. Il massimo.

La posta del cuore: titubante e perplesso

Vi scrivo questa missiva in quanto titubante e perplesso.

Al sabato vespertino sono aduso recarmi a ballare presso il noto locale “La Riverenza”  sito nella ridente località termale di Bagni di Sopra.

Il locale ha una tradizione di frequentazione da parte della bella gente del posto, ma è un tantino freddino nel senso che non ci transitano tante donne e i distinti signori presenti passano tristemente la serata in cameratesche discussioni filosofiche senza ballare mai.

Ogni tanto perciò, colto da raptus di sgranchimento di membra,  mi reco in un altro locale, sito nella meno ridente località di Bagni di Sotto.

Si tratta del famigerato “Il Rigurgito”, una balera frequentata da gente ignorante dove l’ingresso costa molto meno e ci sono molte ballerine di liscio un tantino sgangherate, ma disponibili a ballare qualunque cosa.

Quelle sere ballo con un mucchio di donne arzille e anche se la conversazione non è tanto interessante mi diverto assai di più.

Ho però notato che allorquando mi reco alla toilette del “Rigurgito” per svolgere le primarie funzioni corporali e tiro lo sciacquone  il pannello di segnalazione del troppo pieno a marea emette una lucina rossa lampeggiante  e  bisogna scappare di corsa per non rimanere investiti dall’onda anomala che esonda dalla tazza del cesso.

Le prime volte che è accaduto ho fatto finta di niente e fuggendo ho sprangato la porta alle mie spalle, ma sabato scorso non ho fatto in tempo a scappare e allora, dopo essermi asciugato alla meno peggio, mi sono permesso di far  notare la cosa al bigliettaio del Rigurgito.

Per tutta risposta questi mi ha detto tutto serio che quello che viene espulso corporalmente a Bagni di Sopra finisce inevitabilmente a Bagni di Sotto essendo gli scarichi unificati a norma Cee,  quindi se voglio ballare devo recarmi a Bagni di Sotto, ma se devo defecare è meglio che prenda l’autobus e salga a Bagni di Sopra per poi ritornare di sotto a ballare.

Ora le chiedo è possibile questa cosa o mi stanno prendendo in giro ?

In attesa di una sua risposta chiarificatrice preferisco momentaneamente stare a casa a mangiare il tiramisù della zia Jolanda, senza esagerare perché ho paura che mi causi dissenteria.

Mi ha capito ?

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Caro amico, ma lei ha una vera fissazione con l’apparato digerente !

La sua storia mi fa venire in mente una esperienza vissuta in una fase agnostica della mia giovinezza, quando mi ero messo a studiare infermieristica applicata sperando di poter giocare ai dottori con le femmine e mi iscrissi ad un corso di praticantato presso una clinica di Montecatini Terme, località ben nota per le proprietà lassative delle sue acque.

Poiché non avevo ancora conseguito il master in intestinologia mi misero a pulire i  bagni dello stabilimento termale, dove veramente ne ho viste di tutti i colori e ne ho annusate di tutti gli odori.

Confesso che non resistetti più di una settimana in quell’ambiante di miasmi e approfittai della benevolenza di una ricca signora stitica di Pozzuoli per darmi alla macchia.

Ma veniamo a noi.

Il problema che lei mi pone andrebbe rivolto ad un esperto di condutture fognarie cittadine, se si trattasse di una cosa seria, ma poiché temo che lei sia stato vittima innocente di un bigliettaio burlone, le suggerisco di rispondere con le stesse armi: si rechi dunque al Rigurgito dopo aver assunto una tripla dose di guttalax, quindi, dopo aver scosso ben bene l’intestino con una polka sfrenata, si rintani  nella toelette e si dia da fare per provocare una alluvione come si deve liberando una corpata di materiale fecale.

Quindi fugga a gambe levate non prima di aver lasciato la porta del bagno ben aperta in modo da invadere la sala da ballo.

Vedrà che porranno finalmente mano agli scarichi difettosi del locale.

Post Scriptum

Questo suggerimento implica purtroppo la conseguenza che non potrà più metter piede nel locale per non essere bastonato a sangue, ma una simpatica vendetta vale pure qualche sacrificio.

Orsù, diamoci da fare !