Yuan Shaoyang e Qi Chongxuan

E si ! Sono cinesi, ma non li stereotipi  ai quali siamo abituati:

quelli lontani  che stanno in Cina e sembrano strane creature addensanti che lavorano 39 ore al giorno e si muovono compatti e fanno tutto a prezzi più bassi e cucinano ogni cosa che si  muove…. no, non sono di quei cinesi lì.

E neppure quelli che popolano le nostre città:  anche loro lavorano 39 ore al giorno e accomodano i telefonini per quattro soldi e ci fanno la permanente a tutte le ore del giorno di tutti i giorni  dell’anno e che “basta non farsi mettere in capo i loro prodotti che sono all’uranio”  invece quelli che si comprano da noi sono tutta salute…..,  ebbene, non sono neppure di questi cinesi qui.

No, questi sono ballerini !

Ballerini cinesi di danze standard del circuito internazionale dei mostri sacri del ballo, giovani, atletici, belli, alti , eleganti, benestanti, sono di questo nuovo tipo di cinese,

Li ho visti ballare qualche volta in competizioni internazionali di altissimo livello, loro ballano solo in quelle gare lì, e quelli che fanno quelle gare è ovvio che ballano bene anzi benissimo, magicamente attraggono gli  sguardi degli spettatori, provocano l’applauso ed il sorriso di ammirazione “ma guarda te cosa si riesce a fare col corpo, e chi l’avrebbe mai detto !!!!” .

Li ho visti l’ultima volta ieri in una gara di WDSF Adult International, erano insieme ad altri con nomi impronunciabili da paesi dell’est e al numero  uno al mondo Evaldas Sodeika e alla sua dama che si chiama  Ieva  Zukauskaite  e che ingiustamente appare sempre  in secondo piano: si dice c’è  Sodeika e si intende la coppia. Ma si sa nel ballo l’uomo tende a polarizzare l’universo. Ebbene, stavano ballando i loro turni e la gente aspettava e cercava con lo sguardo Sodeika  il campione inarrivabile, l’alieno in mezzo agli altri fenomeni e c’era tanto da vedere e da ammirare delle loro evoluzioni impossibili, del loro modo di rendere naturale e asettico uno sport complicato fatto di mille movimenti e torsioni e accadeva che gli altri fantastici ballerini  facessero solo da contorno  e dopo un fugace apprezzamento venissero abbandonati al loro destino di  comparse.

Poi,  di passo in passo, di ballo in ballo, di sfuggita prima e con maggior convinzione dopo, lo sguardo passava e si trasferiva dal campione affermato sorvolando le  altre coppie, tutte belle, tutte brave, tutte “fatte con lo stampino” e si soffermava sulla coppia cinese simile alle altre eppur diversa, gli occhi a mandorla ? i capelli scuri ? o una sottile polverina magica ?  Turno dopo turno fino alla finale e lo sguardo via via si trasformava dalla simpatia alla  partecipazione fino al tifo.

Perché ?

Ci ho pensato il giorno dopo: Sodeika rappresenta il limite inarrivabile, il controllo a tempo di musica di ogni singolo muscolo del corpo, compreso il sorriso, e ti fa capire  ciò che non sei mai stato e che mai e mai sarai . Ti fa venire in mente un androide col frac!

Yuan e Qi ti fanno semplicemente venir voglia di mettere le scarpette da ballo e correre in pista.

Alla fine Sodeika è arrivato primo e Yuan quinto, ed è pure logico visto che uno è il numero uno e l’altro il cinquantasette, ma la gente a bordo pista non era soddisfatta del risultato e si faceva le foto coi cinesi ed io mi sono complimentato con  loro e lui appena uscito di pista, sudato e trafelato, mi ha abbracciato e baciato come un bambino.

All’altro, a Sodeika,  avrei potuto chiedere l’autografo, ma mi sono peritato, non volevo disturbare.

Si, deve essere la polverina magica !

Facebook

Cosa c’entra Facebook con il ballo ?

anche niente di per sé , si è ballato per secoli senza sentire il bisogno di farlo sapere agli altri, ma il non farlo sapere agli altri, oggi, in questo folle mondo di bugie e social, equivale a non fare una certa cosa, non  esistere, scomparire nell’anonimato.

Ed ecco che ogni podio ogni risultato, ogni vestito, acconciatura, passo, figura, ogni sorriso ogni posa un po’ elastica, una sciancata e una moina leziosa, ogni diploma, medaglia, coppa o distintivo  viene pubblicata e sbandierata, sennò che la si è fatta a fare ? A chi si racconta ?

Allora ogni lunedì mattina compare sui profili dei ballerini una foto di coppia in posa tragica e sotto la nota relativa:

“Contento di  essere arrivato primo / secondo / quarto / in finale / in semifinale / sul podio / di aver partecipato (significa che è andata male) ”

A  volte si aggiunge la specifica dei partecipanti, è infatti fondamentale la relatività del piazzamento in base al numero: pare sia preferibile arrivare quarantesimi in una massa informe di cento asini che secondi in una gara a due coi campioni del mondo, tanto la “gente” capisce solo i numeri:

 “oggi dodicesimi su quarantaquattro / ventiduesimi su novanta / settimi su trentadue / (e perfino)  centosessantesimi su duecentoventidue”

oppure

“emozionati per la nostra prima gara in B3 / C /  B2 / A / AS / Z / W / Y eccetera “

come se un estraneo capisse qualcosa  della differenza tra classi di ballo, ma anche

“un grazie ai miei  maestri / alla mia ballerina / al mio ballerino / ai nostri tifosi”

Una profusione di foto e di commenti, di “mi piace”, di cuoricini e di “belli” e di “bravi”. Una valanga variopinta, una epifania di emozioni vere e tarocche. Premesso che non sono contrario ai complimenti, anzi mi piace un sacco farli e riceverli a voce, è andata che per il sovraccarico di noia in un giorno di pioggia ho silenziato tutti i post Facebook dei ballerini (non fateglielo sapere che sono permalosi assai)  e così mi sono liberato di inutili e stucchevoli autocelebrazioni in abito di gala.

Finalmente soddisfatto della pulizia etnica mi sono ritrovato fra le mani una bella foto mia e di mia moglie in una posa di ballo che mi entusiasma ..……… e  adesso ????? mica posso metterla  io su Facebook , altrimenti la coerenza dove va  a finire ?

Cazzo, è un vero dilemma !

Abbecedario delle gare di ballo – 2012

Ripubblico volentieri un articolo giù uscito su questo blog il 31 gennaio 2012, una vita di ballo fa.  Me ne ha suscitato il desiderio una e.mail che ho ricevuto oggi dalla professoressa e scrittrice Beatrice Benelli che mi onoro di chiamare amica di penna. Mi ha ricordato gli inizi della mia avventura di ballerino, suscitando grande nostalgia di quei tempi.  Eeeh si……gli anni passano !


Amici
Ovvero della evoluzione della specie: i vecchi compagni di ballo relegati a quel ruolo e a quella condizione si sono col tempo evoluti in amici affettuosi, ed è bello constatarlo.
Come Adriano & Manola che fin dalla prima sera hanno creduto, non si sa come, nelle nostre possibilità e ci hanno trasmesso quella cosa evanescente e fondamentale che si chiama entusiasmo, tanta fiducia anche quando non riuscivamo ad alzare i piedi da terra e diventavamo matti in quell’angolo di sala nel tentativo di capire la posizione del tango.
Amici come quelli che ci seguono e hanno fatto il tifo per noi, con calore  e partecipazione sincera, senza gelosia, senza invidia, timidi segnali di un mondo perfetto.

Animale da gara
Il mio primo maestro  diceva che noi siamo animali da gara perché rendiamo più sul parquet delle competizioni che in allenamento.
A parte il fatto che mi sembra naturale che ci si alleni per esprimersi al meglio durante la competizione e a parte che dobbiamo ancora dimostrare tutto, devo dire che il termine mi fa piacere, ma al contempo mi suscita anche associazioni idiomatiche di dubbio gusto come: animali da combattimento, bestie da corsa, cavalli da tiro, asini da soma, cani da guardia o animali da pelliccia.
E’ un complimento ?

Animale da gara due
Il mio primo maestro  diceva che noi siamo animali da gara perché rendiamo più sul parquet delle competizioni che in allenamento.
Ne ero convinto anche io, mi sa che mi sono autoportato sculo.
Siamo animali e basta !
PS
Queste due definizioni vanno usate alternativamente secondo come si è svolta la gara più recente.

Autostima
L’autostima  è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l’autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni. La parola auto-stima deriva appunto dal termine “stima”, ovvero la valutazione e l’apprezzamento di se stessi e degli altri.
I ballerini devono avere una grossa autostima, pomparsi al massimo insomma, per trasmetterla agli altri concorrenti e ai giudici ed impressionarli favorevolmente.
Il livello di autostima varia secondo l’inclinazione caratteriale e i risultati conseguiti.  A  parte i pochi che stanno in cima perennemente, ma loro sono “super”, i ballerini normali salgono sull’ottovolante del bene/male a ottobre e ne scendono a maggio, una settimana su, l’altra giù.
Autostima impazzita come un sismografo sul vulcano in eruzione.
In questa fase siamo in bassa pressione: encefalogramma piatto, morte clinica  del ballerino. Speriamo che Barbara ci pratichi l’elettrostimolazione.

Bagni
Una notiziona: esistono i bagni nei palazzetti!  In genere sono due o quattro, intendo quattro tazze del cesso e quattro lavandini, due specchietti e, certe volte, un paio di docce.
A parte che non si capisce l’utilità delle docce se non  stanno dentro gli spogliatoi, faccio un semplice calcolo.
Le gare di ballo durano una giornata piena dalle nove di mattino a mezzanotte con un turnover di ballerini, maestri, parenti, curiosi e venditori ambulanti incessante. Gireranno duemila persone e fra queste ballerini pertinaci che si fanno l’intera giornata come per penitenza.
Duemila persone per quattro water fanno una media di cinquecento minzioni (pisciate) al dì cadaun cesso, quando va bene. Io per esempio soffro di emotività vescicolare per cui devo andare in bagno ogni ora.
Può un gabinetto restare a lungo pulito, fornito di carta igienica e accettabilmente giovabile? Certochennò !
La  carta finisce a mezzogiorno, dal primo pomeriggio si trovano tracce di alternative alla carta sul pavimento, assieme ad altra roba non identificabile, a sera per entrare dentro sono necessarie le calosce.
A mezzanotte è meglio farla all’autogrill o riportarla a casa (quelli che ne sono capaci).

Ballerine
Amo le ballerine di tutte le categorie età e classe.
Mi affascinano soprattutto quelle avvolte nei vestiti lussureggianti di piume e paillettes con scolli fino al culo e nudità  mascherate da corpetti color carne.
Mi piace guardarle da lontano mentre ballano leggiadre e sorridenti con grandi trucchi, bouquet e strass e maniche volanti da trapezista.
Poi mi piace avvicinarmi a  bordo pista nel momento in cui escono arrossate e affaticate, allora riconosco la zia gina, la sora geltrude e la verduraia del mercato ortofrutticolo nella loro naturalezza.
Le meno giovani mi piacciono sopra ogni altra cosa: sono una vera scoperta di cartilagini nascoste e di rughe camuffate. Mi pare di esser un bambino al circo. Amo queste grandi donne che sfidano col sorriso sulle labbra tempo e forza di gravità.

Ballerini
Si tratta di un fenomeno singolare: siamo in compagnia di ballerini e tu inizi a raccontare le tue difficoltà o le tue esperienze di ballo, tutti fanno grandi cenni di assenso con la testa come a comprendere, invece stanno pensando esattamente ai cavoli loro, stanno elaborando i loro problemi di ballo le loro esperienze fregandosene delle tue. Così quando apriranno bocca anziché risponderti o  intervenire con  senso logico sul tuo discorso si metteranno a parlare  di quelle che sono le loro difficoltà o le loro esperienze proprio come se tu non avessi mai parlato.
Da ciò ho acquisito la convinzione che il ballerino maschio ha sviluppato in sé un senso di egocentrismo assoluto.

Barbiere
Nella nostra classe di ballo le donne si truccano poco: fondotinta, ciglia, rossetto e basta, gli uomini niente, tutto al naturale.
Eppure……. dopo venticinque anni ho tradito Gianni, il mio barbiere, con Riccardo il barbiere dei ballerini della città.
Cosa ha di speciale: nulla ! ma qualcuno gli ha disvelato una teoria su come portare la capigliatura in gara di ballo, lui ha imparato e la fa a tutti così: sfumatura alta con la macchinetta, corti dietro le orecchie, gonfi ai lati, corti davanti con la  divisa pronunciata, gel e fissativo, non fa nemmeno lo shampoo e costa meno degli altri, il buon  Gianni inorridirebbe.
Eppure, eppure ……, uscito da Riccardo mi son guardato allo specchio e mi sentivo più ballerino che mai, una sottospecie di Mirko Gozzoli attempato e con qualche chilo di troppo.

Body
La camicia da ballerino mascolino è aderente e soprattutto deve stare calzata dentro i pantaloni affinché non si produca in sbomboli antiestetici, la soluzione ideale è perciò acquistare una camicia elasticizzata a body.
Le camicie body da uomo, che chiameremo per semplicità “bodyman” dovrebbero finire con due lembi chiusi sotto il cavallo tramite bottoni.
Esistono però altri bodyman diciamo più sbrigativi ovvero che non hanno i bottoni perche sono semplicemente cucite, saldate, murate sotto al cavallo di cui sopra.
Questi bodyman si indossano ovviamente sopra agli slip e prima dei pantaloni perche occorre inguainarsi dentro come in una tuta da record del mondo di discesa libera.
Sul momento non mostrano alcuna differenza con le altre bodyman con i bottoni e quindi appare  una scelta del tutto indifferente. La differenza emerge quando scatta il bisogno corporale da gara di ballo, tipico fenomeno urinario legato a giornate particolarmente lunghe, palazzetti freddi o emozione da pista.
In questo caso  ci si rende pienamente conto dell’errore commesso in fase di acquisto perché si prospettano due sole alternative praticabili: denudarsi completamente o rufolare per un quarto d’ora alla ricerca del pertugio corretto per svolgere la primaria funzione vescicale.
L’evidenza della scelta completamente sbagliata affiora ancor più drammaticamente quando il bisogno corporale sia di natura intestinale e irrefrenabile, dunque non procastinabile.
In questo caso neppure il mago Houdini riuscirebbe a districarsi senza fare danni irreparabili.
La mia è una tragica esperienza di vita vissuta, il mio consiglio agli aspiranti ballerini è pertanto quello di verificare con attenzione le vie d’uscita di una camicia da ballo prima dell’acquisto.

Bisogni corporali
Vedi la voce Body
L’esperienza insegna che è preferibile adottare una corretta alimentazione pregara a base di astringenti vari quali riso, nespole, limoni, banane, allume di rocca, ceralacca, gesso, silicone e cemento a pronta.

Campionato
Le gare di campionato italiano di ballo per le varie categorie sono sei e si effettuano nel periodo che va da ottobre a giugno, l’ultima, la più importante, si svolge nei padiglioni della fiera di Rimini, le altre sono disseminate in giro per l’Italia suddivise per fascia di età.
Ad esempio il campionato italiano per una determinata classe può svolgersi nelle tappe di Udine, Olbia, Velletri, Catania, Verona ed infine Rimini.
Come si evince non si tratta di trasferte agevoli per distanze e costi. Il popolo dei ballerini è costretto a sostenere sacrifici notevoli per partecipare a tutto il circuito, così più comunemente si partecipa alla finale di Rimini e ad una delle tappe più agevoli in quanto due gare sono sufficienti per la classificazione ufficiale.
Due volte  abbiamo optato per una trasferta lunga che prevedesse l’avvicinamento alla destinazione di gara il giorno precedente al fine di evitare stanchezza e stress e quindi rendere di più.
Si è trattato di due fiaschi clamorosi e costosi, così abbiamo deciso che anche se la prossima gara di campionato si dovesse svolgere a Stoccolma partiremo la mattina presto (molto presto) e non dormiremo più fuori.

Chilometri
Chilometri di autostrade tra un trofeo e l’altro, quando siamo con i nostri amici sono un piacere il viaggio, le chiacchiere, la tensione e tutto funziona meglio, quando siamo soli tendiamo a rilassarci come in un week-end vacanziero e non va affatto bene.

Comunità
La comunità dei ballerini da gara si divide in due categorie: i rivali, ovvero quelli che gareggiano con te, e gli altri, ovvero quelli che guardi con piacere e per i quali fai un tifo forsennato e disinteressato.
Non saprei esattamente chi siano i miei rivali, li ho visti di sfuggita, quando ballo manco so dove vado io figuriamoci se guardo gli altri, dopo ho guardato meglio e ho individuato tre o quattro coppie odiose da uccidere, devo assolutamente trovare il modo.
Gli altri mi stanno tutti simpatici, almeno fino a quando resteranno altri.

Cose che per vari motivi non si possono fare durante una gara di ballo
Salutare il giudice che è anche tuo maestro di ballo
Girare contromano durante la gara, ovvero in senso orario
Entrare in pista saltando a piè pari la transenna
Uscire di pista saltando a piè pari la transenna
Mangiare un panino sul parquet (e far cadere le briciole)
Perdere il parrucchino in un veloce link nel tango
Mollare un ceffone (spintone/cazzotto/calcio) alla tua partner perché ha sbagliato un passo
Come sopra verso il tuo partner maschietto
Scoregggiare

Dar contadino
Succede che dopo una brutta prestazione in pista il morale crolli sotto i tacchi vellutati delle scarpette fino a venir voglia di mollare tutto, tornare a casa e darsi al rassicurante sport del divano con vista tivvu.
Siamo delle merdacce inutili e abbiamo fatto quattrocento chilometri per fare una figura squallida, pensiamo. Il nostro maestro ci guarda più imbarazzato di noi tentando di trasmettere fiducia in un domani migliore, ma non ci crede manco lui.
Mortificazione e conclusione terribile “siamo dei perdenti naturali”, il gradino più basso della specie dei ballerini da sala.
Merda merda merda !
Poi a mezzogiorno una decisione improvvisa: andiamoci a fare una mangiata ai castelli romani, per fortuna siamo vicini ai castelli romani !
Così Monica Marco ed io ci facciamo un piattone di spaghetti “der contadino” specialità di Albano consistente in un mix di arrabbiata e carbonara con guanciale, panna, uovo, pepe e pomodoro, il tutto annaffiato da bianco de li castelli.
Una bomba energetica, una iniezione di carboidrati a pressione.
Due ore dopo siamo tutti più sereni e vediamo la nostra sconfitta con altri occhi.
Un piatto di pastasciutta  potrebbe cambiare il nostro destino danzante.
Concorrenti depressi e scoraggiati dalle sconfitte vi segnalo la cura taumaturgica:
Dar Contadino  –  Via Appia Nuova 47  – Albano Laziale – chiuso il mercoledì.

Emozione
Una gara di ballo non procura grande emozione, né tensione, né ansia, niente di speciale, né più né meno che giocare una partita di calcio a Wembley, una discesa libera a tutto spiano sulla Saslong o una gita fuori porta sul sellino posteriore della moto di Valentino Rossi, che altro potrei dire ? una semifinale del Roland Garros ? un acuto alla prima della Scala ? una discesa in parapendio ? i fuochi d’artificio la notte di San Silvestro ? un esempio vale l’altro, l’ho già detto, niente di particolare.

Fatalità
Se ……, se ………, se ……., se Paola non fosse andata al mercato quel mercoledì mattina, e se non avesse fatto quella strada a quell’ora esatta, se per strada non avesse incontrato  mia moglie dopo anni, se non l’avesse invitata a un nuovo corso di ballo per la sera successiva, se non le avesse raccontato di un buon gruppo, di maestri simpatici, di un bell’ambiente.
E se mia moglie e io non fossimo stati liberi proprio quella sera e se ovviamente non fosse stato il momento giusto dell’anno giusto della costellazione giusta ……. adesso non sarei qui a scrivere, noi non saremmo là a ballare e questo mondo da quarta dimensione sarebbe ancora invisibile ai nostri occhi.

Felicità
Finire il primo ballo della serie consci di aver fatto quanto sappiamo senza errori e scontri è come segnare un goal decisivo su rigore al novantesimo. Pura, innocente felicità. Ebbene si, la si può provare anche a una certa età e per queste cose qui.

Giudici
I giudici di gara sono vestiti di nero con la cravatta nera e la camicia bianca, sono numerosi, molteplici e moltiplicanti, ce ne sono per tutti i gusti, giovani, vecchi, belli e brutti e femmine fatali dalle lunghe gambe, sono tutti ballerini o ex ballerini o maestri. Sono serissimi, incorruttibili e tutti presi dalla loro missione che, guarda caso, è quella di giudicare.
Ti guardano e ti valutano in dieci secondi, non hanno più tempo da dedicare ad ognuno, e in quei dieci secondi, che non sai assolutamente quali saranno, dovresti essere perfetto come postura, portamento, tempo e espressività.
Questione di culo di beccare i dieci secondi giusti per chi non è già perfetto di suo.
Non so come fanno i giudici a reggere due giorni di giudizio, ballo e musica devono uscirgli dalle orecchie e devono averne le mutande piene.  Se io fossi un giudice dopo un’oretta comincerei a dare voti a casaccio, tanto per passare il tempo o voterei solo le donne discrete, o gli amici degli amici, ma quelli veri non faranno così vero ????

Infermiera
C’è una coppia di ballerini bravi che gareggiano con noi. Non sappiamo  come si chiamano né di dove siano.
Mia moglie, che è anche la mia partner di ballo, qualche tempo fa  ha appioppato a lei la definizione di infermiera in senso non proprio amichevole perché le fa venire a mente una persona inappuntabile, precisina, tutta seria, severa, insomma più una caposala. Un  personaggio antipatico e un poco invidiato, una che non sbaglia e non sgarra mai. Da allora per noi è diventata l’”infermiera” e basta, un  po’ altera un po’ gestapo.
Sono più bravi di noi e ci cenciano. Bisogna avere un obiettivo nella vita e l’infermiera è il nostro, lui non conta !

Lacca
E’ quella sostanza vischiosa con la quale la nostra Barbara bombarda la testa della mia partner perché sostiene che i capelli in gara devono stare così!
In effetti le viene una testa da ballerina, ma non sembra più mia moglie.
Pare un manichino di maxmara.

Lezioni
Per mettersi in  condizione di partecipare alle gare e non franare paurosamente è indispensabile prendere lezioni private di ballo.
Prerogativa dei maestri di ballo è evidenziare puntualmente con sadismo ogni minima cosa che non va, ergo, ad ogni lezione si esce con la sensazione di essere peggiorati rispetto alla volta precedente, oppure di essere stabilmente statici, stazionari, inalterati, immutabili  e anche un poco zucconi, insomma di non aver capito niente e di aver gettato tempo soldi e passione.
Capita anche di trascorrere un’allegra ora a provare e riprovare una singola figura, magari  senza musica, ogni volta con un particolare da correggere, appena se ne sistema uno se ne scombina un altro, da far cadere le braccia !
Ci vuole pazienza da parte nostra e del maestro che mentre ci guarda zompare pensa alla pastasciutta che mangerà fredda anche quella sera, occorre tenacia e tempo e fiducia in se stessi e in chi insegna.
L’efficacia dell’apprendimento la si verifica solo in gara e qui la costanza alla fine paga.

Marchetti
Il Marchetti è un buon ballerino e ottimo compagno, siamo amici e solidali nella buona e nella cattiva fortuna danzante.
E’ il prototipo umano delle montagne russe emozionali: un momento è convinto di vincere qualsiasi gara, un minuto dopo pessimista fino all’autolesionismo.
Condividere il tempo degli allenamenti con lui è tutto sommato spassoso, una volta capito che non si devono mitigare gli entusiasmi  sugli alti e neppure tirar su il morale sui bassi si sta zitti e si lascia parlare.
Durante una giornata di gara è più difficile lasciarlo andare su e giù perché l’alternanza emotiva è parossistica e si rischia di restarne in qualche modo coinvolti. La cosa migliore è mettere lo spazio di una tribuna tra noi e lui  e cercare la concentrazione.
Ci vedremo a fine ballo quando saremo anche noi dell’umore giusto per un bel giro in giostra.

Metamorfosi
Il parquet delle gare rappresenta simbolicamente il palazzo del principe nella sera del gran ballo di corte.
Negli spogliatoi restano rospi e  cenerentole, fattorini, imbianchini, cassiere e manovali, per incanto nella sala  compaiono granduchi e ambasciatori al fianco di baronesse e dame di alto lignaggio truccate a festa, maschere e scollature che abbagliano a venti metri di distanza e sconcertano a tu per tu.
Tutto è lecito nella trasformazione, ma le scarpette di cenerentola hanno la suola in sugatto e i salvatacchi in plastica.

Partner
Di vita e naturalmente di ballo. Cosa chiedere di più di una donna che segue le tue aspirazioni e ispirazioni con fiducia e senza discutere ?
Nulla, non chiedo niente di più, ci mancherebbe !!!!

Pista e mezza pista
La pista di ballo delle gare è quasi sempre il parquet di una palestra di basket dalla quale sono spariti fortunatamente i tabelloni coi canestri onde evitare capocciate dolorose.
Nelle gare nazionali si balla sempre a pista intera con numero che può arrivare a tredici coppie, è un po’ affollato, ma col tempo si impara a districarsi.
Nei trofei accade talvolta (spesso) che per far prima si gareggi a mezza pista ovvero si divida il parquet con una fioriera in una pista A e una pista B di metà dimensioni e di conseguenza si raddoppi il  numero dei ballerini i gara. In  pratica da dodici, tredici si passa in sol colpo a ventiquattro, ventisei coppie.
E’ una equazione singolare: si divide la superficie e si aumenta l’affollamento, come dire che se nel vostro appartamento di 50 metri vivete in quattro e ci state  stretti ve ne diamo due di 25 e vi ci facciano stare in otto.
Anche i giudici raddoppiano e si schierano ovviamente ai lati delle due semipiste. Il risultato è una folla da veglione di capodanno al Kursaal in abito da sera. Bellissimo. Un casino totale nel quale anche i più navigati sbarullano perdendo l’orientamento.
Può succedere di calpestare un giudice che indietreggia imbarazzato nei pressi di un tabellone, ma il massimo della libidine sarebbe iniziare a ballare nella pista A e finire nella B per vedere se qualcuno se ne accorge.
Comunque la mezza pista è un accidente per le coppie che devono decidere che tipo di tracciato seguire e come; in genere si studia il percorso prima a mente fredda, poi una volta in pista si disfa l’idea e si improvvisa pericolosamente.

Pride and honour
Onore al merito alle coppie che si sfidano nei tornei e nei campionati con serietà professionale e passione dilettantistica.
Onore a che vince con regolarità e migliora i propri limiti spostando l’assicella della difficoltà sempre oltre, con passione e convinzione, senza darsi arie, senza fare il fenomeno.
Onore a chi ci mette tutto quel che ha, onore a chi vince e si trasforma per noi in meta, in mito, in muto, in mitomuto e in metamoto ….. insomma un obiettivo da eguagliare.
E terra addosso a chi perde !

Spogliatoi
Uno dei luoghi più incredibili che mi sia capitato di vedere: bugigattoli fetidi senza armadietti con bagni ingiovabili, qualche panca e rari ganci per appendere. Tuguri presi d’assalto da dozzine di persone mature ognuna con un armamentario di bagagli, sacche, valigie, stender,  beauty e bauli da fare spavento.
I ballerini si portano orgogliosamente appresso quantità enormi di roba complicata da indossare: gonne, sottogonne, collane, calze, strass e poi frac, fasce,  giustacuori, fiocchini camicie bizzarre, scarpe affilate come rasoi, fusciacche, banderuole, giarrettiere e ancora trucchi, rossetti, ombretti, vaporetti, calamaretti da appiccicare su tutte le parte del corpo. Più uno sale di categoria più bagagli si tira dietro.
Poiché i cosiddetti spogliatoi sono scarsi e minuscoli ecco che corridoi, interstizi, angolini bui, anfratti umidi e scalinate scalcinate  si trasformano per miracolo in camerini pullulanti di signore e signori in mutande.
La vestizione è paragonabile a quella dei toreri, una cerimonia sacra da fare però nel casino generale, uno a fianco dell’altra senza pudore,
Nel tentativo di infilarmi i pantaloni ho cacciato una gamba nel calzoni del frac di un vicino mentre la sua diletta consorte agganciava il reggipetto per metà al proprio seno e per metà al ginocchio di un geometra di Busto Arsizio di classe B2. Alla fine tutto va magicamente al suo posto e le coppie, lucide e agghindate di tutto punto, salgono le scale e si presentano soddisfatte alle luci della ribalta.

Toilette

Ci risiamo, devo soffermarmi ancora sui bisogni corporali, ma il fatto è che ho sperimentato una nuova perla: gabinetto senza luce e senza chiave.
Si aprono una serie di possibilità affidate al libero arbitrio
A         si fanno le nostre faccende a porta spalancata (frequente) o almeno socchiusa
B         si fanno le nostre faccende al buio

La scelta è condizionata dal livello di pudore intrinseco nella nostra personalità e pure dal tipo di bisogno fisiologico.
A voi la scelta, ma in entrambi i casi dovremo svolgere le nostre funzioni corporali  senza poter chiudere a chiave, e  da qui si apre una nuova serie di alternative
–   si fa sorvegliare la porta da un complice (moglie, marito, passante pietoso) sarebbe l’opzione A1) oppure l’opzione B1) per chi opta per il buio
–   si sta alla sorte non facendo sorvegliare a nessuno (rischio sorpresa) ovvero opzione A2) o B2)
–   ci si siede sulla tazza del cesso tendendo la maniglia fermamente con una mano (vale per maschietti e femminucce) in questo caso è la scelta  B3)
–  si sta in piedi tenendo la maniglia serrata alle proprie spalle (vale solo per i maschietti) opzione B4)
Tutto ciò ovviamente al buio completo

E da qui un’altra serie di incognite valide solo per B3) e B4)
–     se si tiene la maniglia con la mano come si fa a spogliarsi ?
–     siete capaci di spogliarvi con una sola mano ?
–     se si tiene la maniglia con una mano come si fa a pulire quello che si deve pulire ?
–     ce la facciamo con una sola mano ?

Occorre porsi prioritariamente alcune domande filosofiche: tutti i casi B)
–      ci si è premurati di rintracciare la carta igienica in anticipo ?
–      soprattutto esiste carta igienica nelle vicinanze ?
–      saremo in grado di rintracciarla al buio pesto ?
–      dove la si è posizionata ?
Tutto questo tralasciando le aggravanti riportate ai paragrafi Bagni e Body ovvero sulla pulizia ed igiene dei locali e sull’abbigliamento del ballerino medio.

Morale della favola

E’ possibile tenere un rotolo di carta igienica in equilibrio su un ginocchio mentre siamo seduti coi pantaloni del frac abbassati su un cesso fetido completamente al buio intenti a trattenere la maniglia della porta con la mano sinistra nella speranza di fare presto e bene quel che si deve fare quindi terminati i bisogni con una sola mano srotolare la carta igienica (senza aiutarsi con i denti è ovvio) pulire quel che si deve pulire, indi rivestirsi senza sporcare i pantaloni o la camicia e rientrare in pista giusto per un giro di valzer viennese come se  nulla fosse ? (Come si evince si è optato per una B3, una delle più complesse)
Yes we can !

P.S.

Opps, dimenticavo l’ultima possibilità, la più negletta, sfacciata e scostumata: fare le proprie faccende anche le più …. corpose … a porta aperta fregandosene di tutto e di tutti. In tal caso si superano gli inconvenienti del buio e della chiave… si ritorna un poco bambini. Sarebbe una specie di doppia AA) il massimo. Vi auguro di non imbattervi mai in un tipo del genere, .. potreste sentire una vocina che viene dai gabinetti … “babboooo ho fatto ! mi vieni a pulire ?”