Il Grillo

 

Il Grillo
Via Montalbano, 284 – Cantagrillo (Pistoia) tel. 0573.527274
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con piccola orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro
Pista da ballo  
12 passi x 6 passi
Parcheggio  
ampio alle vicine piscine
Dove si mangia  
Pizzeria il Grillo a venti metri di distanza, comunque a mezzanotte funziona un servizio ristoro compreso nel prezzo, alla buona ma che sfama

In questo mio microcosmo di invasati ballerini può accadere che si vada in pizzeria a farsi una discreta pizza al tagliere, e che, a pancia piena, il solito mattacchione annusi aria di musica e ballo e scopra che due porte più in là, al primo piano di un edificio che ospita il bar, esiste una balera sconosciuta.

E più balera di così non si può.

Il Grillo si chiama, come la pizzeria del tagliere suddetto, il bar e la pizza speciale del cuoco e pure il paese che porta il romantico nome di Cantagrillo, ricordi di campagna e dolci suoni della natura.

Grillo è il nome comune di alcuni ortotteri della famiglia Gryllidae della superfamiglia Grylloidea: i più conosciuti sono il Grillo canterino, il Grillo del focolare, il Grillo silente, il Grillo dei boschi, il Grillotalpa e il Grillo parlante di Pinocchio.

Ovviamente nel nostro caso si tratta del Grillo canterino da cui l’etimologia del paese e da cui l’allegra predisposizione al sorriso degli abitanti detti  cantagrillini.

La balera di questa sera è uno stanzone rettangolare al primo piano, arredato con sedie e tavoli in plastica da giardino disposti ai quattro lati di una piccolissima pista da ballo.

Alle finestre tendaggi da roulotte con decorazioni giallo ocra  e marroncino, sui tavoli tovaglie di plastica arancio, al soffitto festoni di lampadine multicolori e alle pareti manifesti appiccicati col nastro adesivo dei gruppi musicali che verranno.

Quattro ventilatori a pale ci guardano dal soffitto tentando invano di rinfrescare l’ambiente.

Il pavimento è in piastrelle quadrate di monocottura avorio, tre colonne in stile classico, che non ci incastrano niente col resto, campeggiano su un lato, suppongo per sostenere il solaio, non certo per far sbattere le corna ai ballerini perché qui ci si vuol bene.

Ad un angolo un palco di due metri per due ospita l’orchestrina che, per questione di spazio, non può essere composta da più di due elementi

Accanto al palco si apre una porta (portapertaperchiporta) che dà su un magico e misterioso stambugio: un po’ cucina e un po’ lavanderia, calzolaio, officina e bazar, deposito e garage, rimessa attrezzi e ferramenta, dal quale a mezzanotte  il panciuto gestore attinge a piene mani tavoli e tovaglie, bevande e vettovaglie per rifocillare amorevolmente i ballerini, e ricchi premi e cotillons per le lotterie enogastronomiche.  Sopra la porta campeggia il motto che meglio rappresenta il locale “Qui si mangia si beve e si mette trapeli”.

Sembra di essere capitati per sbaglio a una festa in casa, un ritrovo di parenti e amici da sempre,  eppure non siamo trattati come intrusi, ma come cugini alla lontana, venuti fino quassù a trovare zie e nonni.

Si perché si tratta di avventori non di primo pelo, dai sessanta fino a limite di sopravvivenza, ottanta, novanta, centodue e chi più ne ha più ne metta, si potrebbe dire “diversamente giovani”, che sembra quasi un complimento.

Ci stanno un centinaio di persone compresse e  non c’è molto spazio per ballare ma la famiglia allargata degli habituè, scorre tra roteanti beguine e strascicati fox, non disdegnando balletti di gruppo che fanno tanto bene alle articolazioni. E non pensate che non si sappia ballare a modo, qui nessuno va fuori tempo e se i passi sono forzatamente piccoli non manca né energia né buonumore.

E’ una sala allegra, la gente ci viene col vestito della domenica e si diverte un mondo con poca spesa e se voi non vi divertite vuol dire che non avete capito lo spirito e non vi sentite anche voi un po’ parenti di tutti.

E’ un rifugio antiatomico contro gli eccessi del berlusconismo.

Giudizio

Mi piace l’idea, l’utilizzo e lo spirito di questo posto e soprattutto mi piace vivere in una città dove questi luoghi sopravvivono e  vegetano, quasi nascosti per non essere normalizzati dal progresso.

Ogni quartiere dovrebbe avere il suo Grillo, molto più socializzante del campo di bocce o della coda in attesa dal medico curante.

Da venirci a scopo terapeutico quando il mondo ci porta a pensare che la terza età sia solo tristezza e solitudine.

Un ballerino

 

 

 

Candeglia

Candeglia Circolo arci
Via Carota e Molina, 64 – 51100 Pistoia tel. 0573.4515554
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con  orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro  
Pista da ballo  
8 passi x 13 passi  
Parcheggio  
davanti al locale, non grandissimo
Dove si mangia  
al piano superiore del circolo, pizza, antipasti e pastasciutta

E’ la lunga strada che esce dalla città e porta verso le colline, ultima traversa a destra prima della strettoia, e poi subito sulla destra, non si può sbagliare.

Una casa del popolo è riconoscibile al primo sguardo: intanto la collocazione che non è mai in centro città ma in quelle periferie campagnole  che con gli anni sono state inglobate da quartieri dormitorio con l’ultima lottizzazione di cooperative.

E poi gli edifici: privi di linee architettoniche di un qualsivoglia gusto estetico, parallelepipedi tirati su senza armonia, con brutti finestroni, spesso con un resede lastricato e coperto da una tettoia che diventa pista da ballo o luogo dove collocare tavoli per la pizza o per sostare a frescheggiare nelle sere d’estate.

Ci sono il bar, una sala dove giocare a carte con moccoli che volano ad altezza uomo, bagni spartani. Poi la televisione in un angolo,  un paio di flipper, una slot machine o un biliardino, altre volte una saletta con un biliardo logoro e l’aria ancora impregnata di fumo dagli anni ottanta.

Soffitti alti, luci fredde al neon, la pittura alle pareti neutra, non definita, può esserci anche un rivestimento in finto legno, gli arredi tassativamente fuori moda, in plastica e ferro, sopra i tavoli una copia del giornale locale, da una parte il congelatore della sammontana con i cartelloni dei gelati.

Spesso attraverso un corridoio o una rampa di scale si accede ad un altro salone più grande adibito a sala da ballo e luogo per la tombola, ambiente per cene sociali e platea per assemblee sindacali. Una volta era qui che si svolgevano le riunioni di partito e le feste dell‘unità con lo stand dei libri delle Edizioni Riunite e il banco col gioco del tappo.

Le case del popolo ora si chiamano circoli arci, quelle delle mie parti sono tante e sono fatte proprio così, ogni volta che entro in uno di questi edifici mi assalgono sentimenti contrastanti: la constatazione di quanto mostrino la loro età  e la nostalgia della mia giovinezza, comunque luoghi fuori del tempo.

La mia balera è una di queste e prende il nome di quello che una volta era un borgo e adesso è un quartiere di periferia, Candeglia, ma non ditemi che è un brutto edificio solo perché uguale alle altre case del popolo perche questa io la vedo in un altro modo. Il significato del luogo ha trasceso il luogo stesso e quelle che vedo non sono stanze, ma immagini di ricordi ed emozioni.

E’ lì che ho mosso i primi passi di ballerino scoprendo l’emozione dei primi programmi di ballo allacciato alla mia dama.

Il bar ha un ritmo di paese: è sempre semivuoto, mai deserto, il  lavoro è continuo e rallentato e i liquori non sono à la page, nel cantuccio della tv ci sono tutte le sere due anziani signori che guardano Walker Texas Ranger. Certe sere d’inverno ho atteso l’apertura della sala guardando gli altri giocare a carte e gridare lo striscio e il busso del tressette,

Conosco la piccola pista di graniglia come le mie tasche, potrei muovermi ad occhi bendati fra le poltroncine azzurre  il sabato sera quando sono piene di gente allegra di mezza età.

Conosco il piccolo guardaroba e il vecchio guardarobiere e il salone al piano superiore a cui si accede da una scala che si avvolge in un semicerchio.

Volti oramai familiari si associano all’ambiente, sono nell’aria, respirano con il calore che impregna la sala in primavera inoltrata.

Ormai ho una visione romantica e non oggettiva del posto, come  potrei averla della casa dove sono nato o della mia vecchia scuola elementare che non c’è più.

Proprio non posso dire che è un brutto edificio, è un ambiente di famiglia, è una specie di rifugio del pensiero e di sogni fatti di musica e movimento, in compagnia dei quali mi addormento volentieri.

Da tutto ciò si desume che il mio giudizio su Candeglia non è dei più oggettivi, tuttavia posso assicurare che nel panorama delle sale da ballo della città è un piccolo e apprezzato gioiello gestito con passione da Luciano Vannacci e dagli altri soci, coi divanetti azzurri e le pareti salmone, i tendaggi e gli specchi, un palco sufficiente per un’orchestra di cinque elementi e un ottimo impianto audio.

Il castello dei riflettori colorati che sormonta la pista, un po’ piccola, diffonde una luce attenuata che rende i lineamenti morbidi. La clientela è tradizionale, ovvero ci sono sempre gli stessi, e fra questi buoni ballerini e altri non più giovani e pertinaci  amanti della beguine che certe volte intralciano il percorso, ma fa niente.

Attiva da oltre cinquanta anni si vanta di aver rilanciato in città il gusto del liscio in sodalizio con la mitica orchestra Lottini.

A fronte dell’andamento altalenante della moda del ballo di questi anni gode di una zoccolo duro di clientela affezionata che garantisce  il pieno del sabato sera, unica serata fissa di ballo, però  se ci capitate quando la sala fa il pienone dei 230 posti a sedere sarà meglio che vi dedichiate alla pratica del ballo del mattone.

Le orchestre sono quelle del giro, con predilezione per l’agenzia teatrale Regno Unito, e a mezzanotte passano le signore del bar con la focaccia per tutti.

Si balla fino alle due del mattino e di sicuro non ci si annoia.

Giudizio: Un approdo caldo e sicuro del sabato sera invernale, è confortante sapere che esiste.

Tre ballerini

Circolo Sperone

Circolo Sperone
Via Fiorentina, 189 – Pistoia tel. 0573.380560
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con musica riprodotta
domenica pomeriggio liscio e revival con musica riprodotta
Prezzo  
inferiore a 5 euro  
Pista da ballo  
10 passi x 10 passi  
Parcheggio  
Non c’è sul fronte strada. Esiste sul retro con accesso dalla parallela Via Erbosa
Dove si mangia  
a piano terra pizzeria trattoria aperta sabato e domenica sera

Diciamolo, è piccola, una balerina annessa al circolo, e anche il circolo è piccolo, e la strada e stretta e trafficata, e per arrivare al parcheggio sul retro ci vuole il navigatore,  e pochi la conoscono, e l’orchestra non c’entra neanche a pigiarla, o meglio se ci si pigiasse occuperebbe l’intera pista da ballo, quindi è saggio che abbiano lasciato perdere e ballino con musica riprodotta.

Ho detto subito le cose che non vanno, ovvero le caratteristiche che potrebbero non andare per quelli che cercano pienoni, grandi spazi, mega ristoranti e orchestre sfavillanti.

Per coloro che invece amano gli ambienti intimi e familiari, un po’ come un salotto di casa extra dove ritrovarsi con i compagni di ballo o di chiacchiera, è perfetta.

Si accede alla sala posta al primo piano da due rampe di scale e si entra in un ambiente accogliente, colorato e confidenziale: pavimento ben scorrevole di piccole piastrelle in gres avana chiaro, ampi tendaggi bianchi e blu, pareti arancio e celeste, divanetti azzurri con righe rosse.

La postazione color arancio del disck jockey è sopraelevata e dotata di un buon impianto audio. Un castello di luci piccolo e funzionale troneggia sulla pista, il soffitto non è opprimente.

Poche formalità all’ingresso e costo minimo.

Un ambientino davvero comodo e confortevole e, a proposito dell’orchestra che non c’entra, a sentire  certi gruppi musicali che ci sono in giro è meglio far andare dei buoni cd. Ci stanno fino a centoventi persone di tutte le taglie, se siete il centoventunesimo non entrate perché potreste rimanere incastrato e non uscire fino a notte inoltrata.

Giudizio

Ci si può venire per trascorrere un pomeriggio domenicale in piacevole compagnia, conversazione e qualche balletto non impegnativo in amichevole intimità, friendly come si usa dire, adatto a frequentatori non più giovanissimi, non più giovani ….., non più…., non ……. . Insomma gente della mia età o giù di lì.

Il giovedì In questa sala i miei compagni animano la serata  tentando di dare una qualche struttura al ballo di alcuni dei frequentatori abituali, impresa che credo li terrà occupati per un bel po’di tempo !

Un ballerino

Ekò

Ekò dancing
Via Vecchia Pesciatina, 155 – Lunata (Lucca) tel. 0583 935412
Quando si balla  
venerdì sera revival e moderno con orchestra
sabato sera revival e moderno con orchestra
domenica pomeriggio revival e moderno con orchestra
domenica sera revival e moderno con orchestra
Prezzo  
da 10 euro a 15 euro  
Pista da ballo  
Circolare, 52 passi di circonferenza  
Parcheggio  
Grande, a pagamento, davanti al locale
Dove si mangia  
Non previsto, arrivare già “mangiati”

Dai e dai una sera di primavera qualcuno dei nostri propone di lasciar perdere con le balere di sempre e di provare l’Ekò.

Mi chiedo: sapevano cosa è o non lo sapevano ?

Forse c’erano passati qualche anno prima, forse volevano andare alla scoperta o forse erano semplicemente annoiati dai soliti tradizionali compagni di serata.

Fatto sta che tutta la combriccola si è mossa compatta e fiduciosa un sabato sera, in direzione di Lunata.

Eccoci dunque all’Ekò che si presenta in tutta la sua fierezza con un grande parcheggio e un’insegna verde altissima attorniata da bianche bandiere che garriscono al vento della notte su alti pennoni argentei davanti a una fontana sparluccicante zampilli. Ostrega !

L’ingresso è bello, rifinito, lucido e colorato,  ampio guardaroba, cassiera arcigna che non fa sconti comitiva e distinto signore che controlla i biglietti.

Decisamente abbiamo capito che non siamo nella solita balera.

Poi dentro: una grande struttura circolare, un anfiteatro gradiente pieno di luci e colori, poltrone e divani multicolori ovunque a creare nicchie confidenziali, un grande bar sulla destra, un’altra saletta separata molto tranquilla e un locale karaoke con buon impianto audio e un altro bar, c’è anche la tivu per chi non può proprio farne a meno.

Ai lati salgono due scale elicoidali con corrimano variopinti che portano ad una bella balconata con altre poltrone e altro bar e una gradevole vista panoramica sulla pista da ballo circolare e sulla orchestra.

Il soffitto da dove pendono stelle filanti farfalle e fiori stilizzati, ricorda il tendone del circo, rotondo a cerchi concentrici giallo, rosso, arancio e  verde, negli interstizi fari e faretti luci colorate e  proiettori che tranciano la sala senza pietà.

Il progettista ha mischiato ispirazioni da circo e da juke box, un accampamento nel  deserto e una foresta tropicale, chissà perché mi vengono in mente stromi di pappagalli brasiliani. Un piacere guardare l’insieme e il particolare!

Il dancing nasce nel 1970 per volere di un signorotto della zona, per i disegni e per la realizzazione vengono chiamati i più grandi ingegneri e architetti toscani di quel tempo. La particolarità della costruzione è la cupola composta da piccoli mattoncini rettangolari uno incastrato all’altro, completamente autoreggente e totalmente antisismica.

Da sempre il locale è stato adibito al ballo, nei primi dieci anni di vita ha ospitato le più grandi celebrità di quegli anni: Mina, Patty Pravo, Gino Paoli, Dik Dik, Camaleonti  e tanti altri, il locale allora si chiamava “Golden Boy”.

Successivamente vi fu un cambio di gestione e il nome del locale fu cambiato in “Ekò” e divenne una discoteca.

Nel 1983 infine è subentrata l’attuale gestione che ha rintrodotto il ballo liscio e revival con la musica dal vivo delle orchestre, ha dato al locale un aspetto più accattivante e ha introdotto il Karaoke e l’animazione latino americana con i maestri brasiliani.

A sedere si può comunicare e ci si può appartare in angoletti riservati e discreti. L’impianto luci è possente e senza risparmio i camerieri inappuntabili, la direttrice di sala gentile e disponibile.

Insomma l’impatto è dei migliori, non ci resta che buttarci in pista che è in marmo bianco lucido di Carrara ben levigato e scorrevole, circolare con una circonferenza di cinquantadue passi. Non è grandissima e ha un diametro che non sono riuscito a misurare per la calca, non me la sono sentita di fare una passeggiata attraverso la pista fendendo coppie strette in effusioni amorose, il palco dell’orchestra è  spazioso e profondo su due livelli

Il locale è corredato anche di un giardino estivo, che al momento viene utilizzato solo come giardino per conversazione con musica soft.

Cosa c’è che non va ? Niente, solo  che non è il mio posto, non è quello che mi si confà, non mi calza.

Non è il solito ambiente delle balere tradizionali, delle case del popolo o delle sagre estive per intenderci. Non c’è tanta passione per il ballo liscio, non c’è spazio, né clientela adatta, almeno quella sera lì.

Non si gira, c’è pieno e ci si pesta, coppie stazionano al centro delle sala a darsi confidenze e fare approcci dondolandosi sui fianchi e otturando il passaggio, e non c’è neppure verso di seguire una linea sul bordo pista sempre aggredito da pappagalli intenti a lumare le pupe.

Clientela eterogenea con la voglia di mettersi in mostra: mezza età diciamo dai trentacinque ai sessanta, scapoli, zitelle, separati e divorziate, concubine e nottambuli, playboy dismessi e scarti di vetrina, nani e ballerine, ma anche coppie regolari in cerca di musica.

Di tutto un po’, un circo Barnum dove magari  acchiappare l’avventura di una notte.

Sarebbe la struttura ideale per un night club magari con ristorante raffinato e tavoli apparecchiati a bordo pista, un gruppo jazz che suona classici americani mentre in pista volteggiano languide coppie in una atmosfera ovattata da anni cinquanta, camerieri in smoking e aria rarefatta. Sarebbe magnifico.

Lo spettacolo di questa sera è invece diviso tra una sequenza interminabile di foxtrot, pausa latina con balli di gruppo guidati dalla solita coppia energetica di questi casi, disco music con aspiranti cubisti di ogni genere e di nuovo sequenza di foxtrot e così via a ripetere, senza interruzioni.

Ottima orchestra specie sul revival, ottimi pezzi classici, impianto audio come si deve ed aria rinfrescata da un impianto di condizionamento da palazzetto, casino totale in pista.

Giudizio

Definire l’Ekò una balera non rende giustizia alla categoria dei dancing né a quella delle balere popolari. Il mondo della musica notturna non è fatto di solo liscio e  questo locale compete a buon diritto con il Don Carlos di Chiesina Uzzanese non con le case del popolo e non voglio mischiare le cose.

Sono in imbarazzo nell’attribuire un giudizio: per la struttura sarebbe il punteggio massimo, per la possibilità di ballare il liscio tradizionale il minimo e non lo merita. Segnalo il locale a qualcuno che anziché di patriebalere voglia occuparsi di patriidancing  e anziché la possibilità di ballare come si deve cerchi compagnia per una sera.

Due ballerini

Buon divertimento.

Beautiful

Beautiful Dance
Via San Bartolo a Cintoia, 95 – Firenze tel. 055.786356
www.arci-sbartolo.it info@sbartolocircolarci.it
Quando si balla  
venerdì sera boogie boogie con disk jockey
sabato sera liscio e revival con  orchestra
domenica sera liscio e revival con orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro  
Pista da ballo  
21 passi x 15 passi  
Parcheggio  
grande, a fianco e di fronte al locale
Dove si mangia  
a piano terra nel circolo Arci ristorante e pizzeria I Murales aperto venerdì sabato e domenica

Da  più di venti anni è un punto di riferimento per i ballerini di liscio di Firenze e dintorni. Situato all’Isolotto, quartiere popolare e popoloso, vanta una storica fama di circolo dinamico, perfettamente inserito nella società cittadina.

La struttura è moderna e funzionale: a piano terreno la grande pizzeria ristorante, al primo piano la sala da ballo e nel seminterrato il guardaroba.

Si salgono le scale e gli addetti alla pista ci accolgono con garbo indirizzandoci verso un tavolo libero, mentre andiamo sono attratto dai ballerini che viaggiano fluidi come treni  al centro della sala, la  pista in piastrelle lucide è grande e scorrevole, alle pareti tendaggi scuri intervallati da stretti specchi, ai due estremi due apparecchi tv appesi alle pareti, casomai qualcuno volesse seguire il tiggì nel caos della serata.

Il bar staziona in una angolo ed ha prezzi miti, le sedute non sono il massimo della vita.

Ecco, l’aspetto negativo di questa bella sala sono le sedie ancorate in gruppi l’una con l’altra modello cinema o sala conferenze. Probabilmente erano nate per questi scopi e risultano adattate per necessità.

In effetti la pista predomina nel grande salone  e se lo mangia in gran parte, va bene per ballare, ma non si agevola la conversazione.

In compenso la selezione dei gruppi orchestrali  è effettuata con scrupolo e varietà in sodalizio con la Vegastar e si ascolta della buona musica.

Ultima trovata la combinazione pizza e boogie woogie del venerdì sera: con modica spesa si fa l’una e l’altro accompagnati e guidati da disck jockey di eccezione,  trovate che dimostrano la vitalità del circolo.

Il Beautiful gioca le sue carte migliori sulla pista, l’orchestra e la tradizione

Tira su una media di duecento persone a sera con punte fino a duecentocinquanta  che è il massimo che può assorbire; ci sono stato con questo pienone e in effetti eravamo un po’ tanti per muoversi in pista, ma ce l’abbiamo fatta comunque.

I ballerini provetti conoscono il locale e lo frequentano con assiduità, la presenza stabile di scuole di ballo di vario genere ne favorisce la diffusione fra gli addetti.

E’ per questo che i balli di gruppo sono confinati in specifici intermezzi e non  invadono mai i pezzi classici da ballo tradizionale.

Sarà per il nome, per l’impianto luci soffuso, per la sua tradizione, per le orchestre, o per chi lo frequenta, ma questo locale ha l’aria raffinata, chic per usare un termine un poco desueto, per questo spicca e si esalta in un panorama dove non si privilegia questo aspetto.

Gli addetti sono numerosi, squisitamente gentili e si danno un gran da fare, e vi faranno sentire in un ambiente confidenziale.

Si realizza magicamente una indovinata contraddizione: un ambiente familiare e ricercato allo stesso tempo.

Giudizio: si va sul sicuro nella migliore tradizione di ballo, la pista è assolutamente da provare, ma sappiate che quando sarete lì è molto meglio ballare che starsene seduti nello stretto. Non adatto a quelli a cui piace stare a guardare, ottimo per chi ama volteggiare. Si balla fino alle due del mattino e il tempo vola.

Wonderful Beautiful !

Due ballerini  e mezzo

JB Bottegone

 

Via Fiorentina Bottegone  – 51100 Pistoia tel. 0573.544003
Facebook: casa del popolo bottegone  
Quando si balla  
sabato sera liscio e revival con  orchestra
domenica sera liscio e revival con orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro  
Pista da ballo  
15 passi x 12 passi  
Parcheggio  
Davanti al locale, piccolissimo, sul retro più grande
Dove si mangia  
Al circolo arci a fianco, pizzeria e trattoria

Sono stato tre volte al JB, una delle quali di giovedì per seguire un gradevole spettacolo teatrale, e ne ho ricavato sempre la medesima impressione: cordialità, solida esperienza e relax.

Circolo e sala sono un tutt’uno che dagli anni cinquanta catalizza umori e amori della via Fiorentina, la lunga strada che attraversa ininterrotti paesi divenuti quartieri inglobati fra Pistoia, Quarrata e Firenze. Una interminabile sequenza di traffico, popolazione e vitalità, manco a dire sono numerosi i locali da ballo che si affacciano proprio su questa strada.

Il Circolo Bottegone sta qui, alla periferia di Pistoia,  a ricordare lotte sindacali e pomeriggi in allegria, cene e scioperi, feste e manifestazioni, ponte tra cultura e popolo secondo vocazione e tradizione in un sano e produttivo antagonismo con circoli di altre ispirazioni.

I tempi passano e le connotazioni politiche virano verso una frequentazione ormai di tutti legata a quel che offrono circolo e pista, che siano cene, cinema o ballo liscio e questa sala resiste nel tempo.

I colori predominanti sono chiari. La sala da ballo può ospitare fino a trecento avventori, ma oltre i centocinquanta mi vien da pensare sia un po’ complicato muoversi,  la pista infatti non è grandissima e non regge tutte le coppie che possono trovare agevolmente posto sui comodi divanetti rossi.

Il posto per l’orchestra invece, situato in alto sul palcoscenico, è molto ampio, un gruppo di sette, otto elementi ci sta comodo, anche se le  quinte non sono sufficientemente profonde per gli spettacoli teatrali, del resto noi siamo qui per ballare e non per recitare!

Il pavimento in monocottura color avorio è di aspetto gradevole e scorre bene, liscio liscio, il bar posto in una nicchia della sala è pulito e di facile accesso.

Ho detto delle qualità di questo posto: la cordialità, virtù troppo spesso sottovalutata nei locali, è il primo impatto col cliente fino dall’ingresso  e dal guardaroba, in questo locale siamo tranquilli, un sorriso ed un invito non mancano mai.

Anche l’approccio con la pista è “cordiale” non ci sono i soliti sapientoni che monopolizzano l’attenzione e pretendono lo spazio per sé, nessuno sgomita, ci si scambia, ci si sfiora sempre con un sorriso. La clientela non è troppo giovane, diciamo di mezza età, e con una esperienza di balera ormai collaudata, prevale la spontaneità ed il vero gusto del ballo, i ritmi di gruppo ci sono ma non soffocano chi ama il ballo di coppia,  l’aria è sempre fresca e respirabile anche a causa del soffitto molto alto.

Forse la sala è troppo illuminata, l’impianto luci è pensato per un ambiente polivalente e manca un poco di atmosfera, di intimità, in compenso si vede bene dove mettere i piedi e, seduti sui comodi divanetti, si conversa volentieri.

Mi piace come sala perché ha elementi certi per starci bene dentro e se talvolta  in pista siamo un po’ nello stretto pazienza.

I giovedì invernali la pista ospita spettacoli teatrali amatoriali di buon livello con un pubblico numeroso e appassionato e la sala, con la sola ricollocazione dei divanetti e delle poltrone, si trasforma in un vero accogliente teatro di periferia. Molto carino!

Detto tutto ciò resta da chiarire un angoscioso dubbio: cosa cacchio significa quel JB prima del nome ?

Si tratta delle iniziali di James Brown, o di Joan Baez o quelle del pilota automobilistico Jenson Button, oppure di James Bond ? è la pubblicità di una marca di  whisky o il ricordo imperituro e doloroso della Juve in B ?

Ho capito, è l’acronimo della Jungfraubahn – una delle linee gestite dalle Ferrovie dello Jungfrau, ma che ci farebbe al Bottegone ?, ma può pure essere il codice vettore IATA di Helijjet o il codice ISO 3166-2:ID di Jawa Barat Indonesia o l’acronimo del quotidiano Jornal do Brasil.

Ebbene, non lo so !

Preso dall’angoscioso dubbio sono tornato una quarta volta al circolo per chiedere direttamente a qualcuno e non ho avuto risposte, allora  ci sono tornato ancora una volta ed una altra ancora e finalmente ho capito ….. che non lo sa nessuno o, meglio, che non lo ricorda più nessuno!

Il nome risale a tanti anni fa, venti ?, trenta ?,  chi l’ha a suo tempo pensato non c’è più e coloro che ci sono ora l’hanno per così dire ereditato assieme al locale e hanno preso atto. Diciamo che potrebbe non  fregargliene niente del nome e poi tutti lo conoscono così come JB Bottegone, perché mai cambiarlo ?

Come si dice: “Se una cosa funziona lasciatela com’è e non cincischiatela”.

Se non importa a loro figurarsi a me !

Giudizio: storica casa del popolo e storica sala da ballo ricca di iniziative in un quartiere vivace e popoloso. Ci si viene per star bene in compagnia respirando un ambiente familiare adatto a coppie e a singoli perché qualcuno o qualcuna con cui ballare lo trovi sempre. All’ una la pista comincia gradualmente a vuotarsi e fino alle due l’avrete tutta per voi.

Due ballerini

Magari se qualcuno dei lettori dovesse conoscere il significato di J.B. sarebbe bello  se ce lo raccontasse.

Salone Rinascita

 

Via G. Matteotti 18 Sesto Fiorentino (FI) tel. 055.440147/055.44056
www.salonerinascita.it  
Quando si balla  
venerdì sera boogie boogie con disk jockey
Sabato sera liscio con  orchestra
domenica pomeriggio liscio con orchestra
Prezzo  
inferiore a 10 euro  
Pista da ballo  
20 passi x 16 passi  
Parcheggio  
parcheggio pubblico a 400 metri, problematico nelle strette strade vicine
Dove si mangia  
al circolo arci adiacente, pizzeria e cibi tradizionali

 Siamo stati al Rinascita due volte in inverno, dietro suggerimento di qualcuno un sabato e la sera di natale, il solito gruppone di compari con alcune defezioni. L’ingresso avviene attraverso una ripida scala, in cima ci accolgono la biglietteria, il guardaroba e personale molto gentile, una spessa tenda separa dalla sala.

Buon impatto immediato: tanto spazio e aria fresca, alle pareti effetti di luce colorati e non aggressivi, un megaschermo tv sintonizzato su raiuno ed un  grande quadro di Graziano Martini raffigurante due ballerini di rock. Un’ampia vetrata separa la zona disk jockey che, almeno quelle sere lì, era un tranquillo signore anziano dai buoni gusti musicali.

Divanetti classici rossi e celesti, comodi e tanti, nicchie laterali con posti seduti più defilati, ma tutta la sala è tranquilla. Gli effetti luci non sono aggressivi, l’illuminazione è chiara e anche troppo accentuata, le casse non rimbombano, si ascolta la musica ma si ascolta anche ciò che ti dice il vicino di posto, la pista è di marmo color avorio  dove si viaggia che è un piacere. Un ambiente soft.

In pista ballerini esperti, molto esperti, di ogni età, nella fascia trenta settanta, molti con le scarpette da ballo, donne e uomini, tanti ballerini di scuola ma senza esibizionismo nessuno che si ferma in mezzo alla pista a beguinare o pomiciare, tutti scorrono con agilità e sicurezza lasciando spazio; stranamente non mi sono scontrato mai con nessuno anche a pista piena, ed è un buon segno.

Complessi del giro tradizionale: liscio, revival classici, rumbe e latini e foxtrot , molti fox, tanti fox, proprio per lo spirito che anima la sala: ballare.

Mi dicono che la clientela della domenica pomeriggio sia diversa: singoli uomini e donne alla ricerca del partner e poche coppie, forse si innalza anche l’età.

Non ho intenzione di verificare, mi fido.

E’ una delle sale più conosciute della Toscana fin dagli anni cinquanta, quando si ballava la domenica pomeriggio e raccoglieva la gioventù di Sesto e Firenze. In quel periodo e fino alla fine degli anni 70 in questo dancing si sono alternati orchestre e cantanti famosi,Celentano, Mina, Tony Dallara, Morandi e tanti altri. Allora e fino agli anni ottanta funzionava anche come teatro, quindi, a seguito di radicale ristrutturazione il salone rimase chiuso per due anni e venne riaperto nel natale del 1986 pressappoco nella attuale forma capace di ospitare 380 clienti.

Nei locali del Circolo si svolgono nei giorni della settimana corsi di ballo liscio, boogie boogie e latino americano, insomma come si suol dire “di quel che c’è non manca nulla !”

Siamo stati bene, molto bene al Rinascita, anche se ho dato qualche pestone alla mia dama, la prossima volta porto le scarpette anche io perché qui si balla, altro che se si balla !

Giudizio: Caldamente consigliato. Tre ballerini

Post scriptum

Ho fatto una capatina di controllo al circolo arci adiacente, dove si può cenare, ed ho scoperto un menù affascinante: crostini di fegato, budella, ventricini e budercola.

Poiché risulta difficoltoso capire esattamente quali siano gli ingredienti di questa cena tipicamente sestese, mi riprometto di tornarci sopra.

El Pueblo Latino

 

El Pueblo Latino

 
Via Puccini, 79 Calenzano – Firenze tel. 055.8873501
Quando si balla  
mercoledì liscio e moderno
venerdi latino americano
sabato revival e moderno
domenica liscio e moderno
Prezzo  
inferiore a 10 euro
Pista da ballo  
8 passi x 13 passi
Parcheggio  
Davanti al locale,
Dove si mangia  
al piano superiore del circolo, pizza, antipasti e pastasciutta

Poiché queste storie sono spesso infarcite di stupidaggini e facezie irriverenti che non hanno ovviamente lo scopo di offendere la sensibilità di alcuno, sento il dovere di riportare come prima cosa, e cosa seria finalmente, il testo con cui viene descritta la nascita di questo circolo, e il succo vale idealmente per tutti gli altri circoli dei quali ci occupiamo.

“Subito dopo la liberazione, un gruppo di cittadini si unì per gestire all’interno della ex “casa del fascio” la nuova casa del popolo.

In breve la struttura sarebbe però divenuta la caserma per i carabinieri di Calenzano.

Il giorno previsto per lo sgombero, uno fra i tanti presenti, indicando un campo accidentato pieno di buche, disse rivolgendosi alle forze dell’ordine:” State tranquilli, non succederà niente, costruiremo la nostra Casa del Popolo proprio qui accanto!”.

Fu così che si iniziò una sottoscrizione per il buon esito della quale fu di fondamentale importanza Otello Faggi, uomo di grande valore umano e rettitudine morale, al quale cittadini di ogni credo e inclinazione politica affidarono le somme per l’acquisto di una prima  parte del terreno che si avverò nel 1953.

La prima costruzione fu quasi esclusivamente frutto dell’impegno e dell’opera di volontari, che ogni giorno dopo il lavoro, nei sabati e nelle domeniche si dedicavano alla costruzione.

Nel corso degli anni 50 si aprì il primo bar per i soci, la pista da ballo “Cento stelle” e il cinema estivo all’aperto.

Nel 1959 fu acquistato un secondo appezzamento di terreno, iniziata la costruzione del cinema al chiuso “Majakowskji” ed il primo e secondo piano sul precedente manufatto del 1954.

Dagli anni ’60 ad oggi sono stati fatti diversi ampliamenti dell’immobile grazie ai tantissimi volontari che hanno prestato il loro contributo. Tanti sono i soci scomparsi che analogamente a quanto avvenuto in altre città dettero vita con  il loro impegno e la loro convinzione a questa avventura che si protrae fino ad oggi.”

Questo è quanto dovuto a chi nel tempo ha dedicato tanta passione ad uno scopo ideale in segno di fraterna condivisione

Ma veniamo a noi.

C’era una volta la casa del popolo, una invenzione dei comunisti mangiapreti per radunare operai e contadini, indottrinarli sul Capitale e insegnar loro a mangiare i bambini, un luogo mitico dove le donne in  segno di fratellanza la davano  a tutti, anche se a me non è mai capitato di prenderla.

Col tempo le case del popolo si sono trasformate in circoli ed hanno perso la loro destinazione originaria, adesso sono locali tenuti sovente da cooperative e non fanno distinzione di fede politica.

Tutto cambia, la sola caratteristica  immutabile è che non sappiamo se le donne continuano a darla a tutti, ma neppure adesso si riesce a prenderla.

In una uggiosa sera di maggio, qualcuno, propone di andare in uno di questi circoli che si chiama El pueblo latino, e già per la strada uno si immagina di entrare nella casa del popolo latina e non capisce bene cosa significhi: “domus vulgus latinorum” un luogo di ritrovo per latinisti appassionati ? L’ospizio degli Inti Illimani ? Qualcosa a che vedere con la ridente cittadina di Latina ? L’ultima casa del popolo ancora in vita occupata dai nipotini del Che?

Sorpresa:  la  classica balera di periferia, il mio regno.

Una piccola sala accogliente con comode poltroncine marroni distribuite fra il bordo pista ed una superficie rialzata alla quale si accede da un gradone largo e  ben segnalato, la presenza di due colonne con specchi un poco pericolosi non disturba più di tanto la piccola pista da ballo di forma rettangolare con un leggero sguancio laterale per agevolare i pivot ed con un perfetto pavimento dove ci si slancia senza scivolare, un palco per l’orchestra un po’ troppo piccolo e a ridosso dei ballerini.

Aria condizionata soffiata senza violenza direttamente sulla pista da ballo che alleggerisce lo sforzo e la calura, un bell’ambientino davvero.

Un locale gradevole gestito con cortesia e snellezza cortese da città operaia, all’una del mattino si accendono le luci centrali e l’orchestra stacca, il bar è già chiuso e i gestori fanno uscire i clienti, sbarrano le porte e se ne vanno, il complesso termina di smontare l’attrezzatura con la sala deserta, infila una uscita secondaria  e sbatte la porta.

Ma un locale da ballo è fatto da struttura e clienti abituali e qui il bello viene dalla clientela: chi frequenta il pueblo latino, gli operai e i contadini di un tempo, quelli che venivano a bere alla fonte del socialismo ? no, i vampiri.

C’è una fame atavica di incontri e palpamenti che si respira nell’aria, pare quasi che chi entra non abbia tempo da perdere in corteggiamenti e moine, del resto l’età non lascia molto tempo alle fantasie.

Sarà bene prestare grande attenzione alla vostra compagna, moglie, fidanzata, amante o mamma che sia, perché sarà oggetto di richieste incessanti fino a quando non ve ne sarete andati, per questo sembra un locale di vampiri assetati.

Fate finta di niente, non parlate con nessuno e non date confidenza, tenete la vostra compagna stretta e cercate di arrivare in fondo alla serata non staccandovi mai da lei, qualora doveste andare al bagno parcheggiatela al guardaroba facendovi rilasciare lo scontrino o chiudetela a chiave nel bagno delle donne.

Quando ballate  ammanettatela  a voi oppure legatevi per le caviglie, con evidente nocumento per il vostro ballo, anche se  potreste comunque trovare qualcuno disposto a ballare anche con voi in un imbarazzante  tango a trois.

Per non perder cacciata ed anticipare gli altri c’è chi chiede un giro di tango già nel parcheggio senza nemmeno domandarsi se siete lì per entrare nel locale o se invece non siete venuto a trovare la zia Clotilde che abita da quelle parti.

La sola controindicazione è non dare confidenza  a nessuno e tener gli occhi bassi scivolando nella penombra senza farsi notare.

Naturalmente non tutti i clienti sono vampiri, ci mancherebbe altro ! diciamo che ogni sala da ballo ha i suoi cercatori di avventura e qui ce n’è un singolare concentramento, basta sapere come funziona, indubbiamente esiste una clientela di nicchia che ama queste situazioni, l’importante è non finirci dentro per sbaglio perché qui vige la severa legge della transilvania.

La pista è affollata, non è molto grande, qui potrete assistere al raro spettacolo di pomiciamenti da terza età che farebbero tanta tenerezza a generi e nuore se li potessero vedere, non frega molto di ballare, si va per fare conoscenze e  raccattare l’anima gemella tardiva, o tardona come dir si voglia.

Così buona parte della sala è intasata da coppie in calore avvinghiate come quindicenni in esplosione ormonale e con un certo imbarazzo dovrete farvi largo a spinte per poter fare un minimo di passi di danza lungo i bordi .

Dopo un’oretta la situazione si sarà assestata, i vampiri avranno capito che siete una coppia inossidabile e indivisibile e vi lasceranno in pace, sarete ignorati a favore di nuovi arrivi o singole rimaste isolate sulle poltroncine, per sventura o per libera scelta.

Allora potrete ballare tranquilli e gustarvi la serata, ma non abbassate mai la guardia perché ci sono ancora i ritardatari, scapoli appena usciti dai sarcofagi che arrivano verso la mezzanotte,  e anche questi devono svolgere il loro compito di ricerca ossessiva del partner per la serata.

Il Pueblo si trasforma magicamente il venerdì sera, quando mi si racconta diventa teatro per sfrenati balli caraibici e l’età dei frequentatori scende vertiginosamente riprendendosi la sua natura di salsera.

Ma questa è un’altra storia.

Oggi la casa del popolo ospita al suo interno associazioni sportive, gestisce un bar, una sala da ballo invernale e di una estiva, una pizzeria, un self service , una sala TV, una sala carte e di una sala biliardi. Nel periodo estivo si balla all’aperto.

Giudizio

Ci si riferisce alla sola serata del sabato,

Si balla bene su un bel pavimento senza soffrire il caldo, ma si ballerebbe meglio se la pista fosse più grande e meno assediata dalla folla di coppie statiche e singoli che puntano la preda.

Le sedute sono gradevoli, il costo minimo ed il personale cortese, una decorosa serata di liscio senza infamia  e senza lode.

Un ballerino et demì