Buongiorno. Sesto giorno, penultimo di cammino, terca feira (martedì), 29,03 chilometri in 7 ore e 23 minuti: il giorno più lungo e il più bello del mio cammino. Tanti, tanti chilometri con un passo ottimo di 15’16” al km che significa 4 l’ora di media compresi i rallentamenti e i dubbi avuti. E’ la tappa più lunga del mio viaggio, almeno sulla carta, domani se Dio vorrà sarò a Fatima.
Ho dormito bene, alle 21 ero già a letto. Stamani mi sono svegliato prima delle sette, ho compiuto la mia missione in bagno con mille precauzioni, sempre troppo poche, e alle sette e mezzo ero in strada bello sveglio. Il problema è che oltre al mezzo digiuno di ieri non ho un cavolo da mangiare e anche poco da bere e non ci sono paesi dove fermarsi per colazione per diversi chilometri, ma la mattina è ancora fresca e le gambe girano che è una meraviglia, strano a dirsi ma la notte in ostello è stata la migliore fin qui.
Cammina e cammina e in attesa di mangiare succede pure che mi scappa ! Cosi, visto che non ci sono bagni pubblici in zona, anzi in zona non c’è assolutamente niente, devo provvedere “au naturel” per dirla alla francese, o nel “logomano” come direbbe il mio amico Andrea.
Caso vuole che nel piattume circostante senza alberi né cespugli mi imbatta in un pittoresco baracchino di ex voto, una specie di memoriale di devozione molto rustico arrangiato alla bell’e meglio con ricordi di pellegrini e viandanti. Chi passa da lì per recarsi a Fatima o tornare da Fatima, lascia un ricordo di se. Come si nota sul retro di detto baracchino sussiste pure un piccolo boschetto di olivelle, è lì che anche io nel mio piccolo ho lasciato un ricordo di me.
E’ stato un pochino dissacrante lo ammetto, ma il bisogno era tanto e defecare in codesto boschetto è stato necessario e ineludibile visti gli strizzoni di corpo.
E andiamo avanti !
il primo posto dove fermarmi a fare colazione è stato dopo 10 chilometri, nel villaggio di Santos in un barettino che si chiama “Nossa Lojinha” con annesso mini alimentari piccolo e malmesso ma con signora gentilissima, tradotto in italiano sarebbe “Il nostro piccolo negozio” e mai nome fu più appropriato. Colazione abbondante, preso pane formaggio e biscotti per pranzo e molta acqua, sto cercando di bere molto anche perché non vorrei mi venisse male ai reni, non che ne abbia sintomi, ma col caldo e la disidratazione tutto può accadere e non voglio rovinare tutto proprio adesso. Dimenticavo una cosa importante (?!), effettuata pure una ulteriore defecazione al “Nossa”, del resto pare che il problemino del giorno sia questa incontinenza ingiustificata visto il semi digiuno di ieri. Il locale merita una foto a imperitura riconoscenza.
Sto viaggiando con un bel carico perché ho acqua in abbondanza e il pranzo di oggi, ma alle 11,43 mi sono già fatto 14 km e 7 e cammino in posti molto belli, saliscendi, paesini tranquilli semideserti, saranno tutti a lavorare nei campi, bel panorama, sole assordante, stanchezza incipiente. Sono così preciso perché consulto spessissimo il mio orologio Garmin, è una sicurezza per me.
Verso le 13, in vetta a una delle colline che sto attraversando su e giù intravedo in lontananza un campanile che potrebbe essere quello del Santuario di Fatima, in verità potrebbe essere anche una ciminiera, ma fa niente, mancano meno di quaranta chilometri e la meta si avvicina. Sono così euforico e pieno di energia che mi metto a cantare a squarciagola e mando messaggi cantati a tutti, è un momento da condividere assolutamente con chi segue con partecipazione questo viaggio. Ora non mi va di essere solo.
Canto questa cosa qui:
Euforia, gioia, leggerezza e fiducia, cammino fra colline dolci e belle, la stanchezza è una compagna tollerabile e non vedo l’ora di arrivare a domani.
Gran bella sensazione oggi !
Ho visto il video di Alessandro che cammina, fantastico, e ho regolari contatti Wathzapp con Monica e Fulvio perché ho bisogno di sostegno e compagnia e loro me la danno, certe volte basta una foto per alleggerire la fatica.
Credo che dovrò fare ancor almeno 15 chilometri, un po’ tanti, nota negativa per chi lo farà: questo tratto non è segnalato tanto bene, ho avuto due o tre volte timore di aver sbagliato, poi non è accaduto e qualche indicazione me l’hanno data un paio di signori gentili incrociati all’uscita di paesi deserti.
Dopo 20 chilometri, arrivato a Amiais de Baixo, si deve decidere se seguire il percorso ufficiale da qui fino a Monsanto e poi proseguire verso Alcanena o puntare direttamente verso questa cittadina tralasciando la traccia ufficiale e seguendo un percorso alternativo suggerito da Google Maps. Di fatto non c’è scelta: andare dritto verso Alcanena per risparmiare strada. Sono stati otto chilometri un po’ sofferti per il sentiero dissestato, perché comunque mi stavo allontanando dal cammino in direzione quasi opposta e l’ultima esperienza di due giorni fa a Cartaxo non è stata per niente positiva.
Ansia e fatica per il saliscendi continuo e finalmente arrivo a Alcanena dopo 29 chilometri da stamattina e scopro che l’albergo Eurosol è molto bello e domani mattina mi chiameranno un taxi direttamente dalla reception e potrò farmi portare a Monsanto sul percorso. Quindi direi molto bene.
Camera molto bella e ci voleva proprio, cena al Perola che sta proprio di fronte all’albergo con “Pica Pau del Vaca” che sarebbe un patto tipico portoghese di carne fritta tagliata in piccoli pezzi, accompagnata da sottaceti e patate ma che io ho ordinato al buio non sapendo assolutamente cosa fosse. E’ andata bene.
Riflessioni prima di andare a nanna: è stato il giorno più gustoso della mia avventura, spero che sia l’antipasto di domani quando arriverò a Fatima (attenzione spoiler: non sarà cosi)
Ho voglia di finire in gioia e tornare a casa mia.